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Liguria. Centrale Tirreno Power .Riconvertire in fretta la politica energetica della regione.

| Scritto da Redazione
Liguria. Centrale Tirreno Power .Riconvertire in fretta la politica energetica della regione.

Liguria. Centrale Tirreno Power .Riconvertire in fretta la politica energetica della regione.
I Verdi savonesi da molti anni chiedono un radicale cambiamento della politica energetica in Liguria con  una totale riconversione verso le fonti di energia rinnovabili.

Dopo il sequestro della Centrale Tirreno Power di Vado Ligure è necessario che venga istituita una commissione d’inchiesta su tutte le centrali a carbone italiane per valutare il livello di emissione e gli eventuali danni che provocano all’ambiente e alla salute

Solo in questo modo si potrà dare lavoro sicuro e stabile nel tempo. Il problema che oggi drammaticamente coinvolge Vado Ligure, con i suoi lavoratori e le loro famiglie, è lo stesso che preoccupa tutte le aree del mondo dove lo sviluppo industriale divora energia. Ma produrre energia con il carbone non è più compatibile con la vita del nostro pianeta.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha calcolato i costi ambientali e sanitari conseguenti ai diversi sistemi di produzione di energia: ogni mille miliardi di chilowattora il carbone causa 170.000 morti, contro i 36.000 del petrolio ed i 4.000 del gas.

Oggi il carbone è responsabile del 43% delle emissioni mondiali di CO2, che causeranno il probabile superamento della soglia critica dei 2° C nel riscaldamento globale, con conseguenze incalcolabili.

L’Europa si sta orientando verso una progressiva riduzione dell’uso del carbone. Addirittura i dirigenti cinesi, a causa dell’insopportabile cappa inquinante che soffoca vaste aree extraurbane e le principali città , stanno frenando sull’uso dei combustibili fossili.

Il nostro co-presidente nazionale Angelo Bonelli, che ha già condotto una durissima lotta contro i sistemi di produzione industriale incompatibili con l’ambiente (vedi acciaierie di Taranto), ricevendo per questo nei giorni scorsi minacce di morte, oggi dichiara:

“Dopo il sequestro della Centrale Tirreno Power di Vado Ligure è necessario che venga istituita una commissione d’inchiesta su tutte le centrali a carbone italiane per valutare il livello di emissione e gli eventuali danni che provocano all’ambiente e alla salute. Oltre a Vado Ligure, da Brindisi a Civitavecchia è necessario che si faccia piena chiarezza sulle conseguenze del carbone, fonte energetica inquinante che affonda le proprie radici nell’industrialismo dell’800″.

“Secondo i dati diffusi da Greenpeace i danni associati alle emissioni delle centrali a carbone sono prossimi ai 2,4 miliardi di euro. Si tratta di costi economici, sociali, ambientali e sanitari legati a politiche energetiche vecchie che vanno superate perché costose e dannose: l’esatto contrario di quanto ha fatto la Strategia Energetica elaborata dal governo Monti che incatena l’Italia al secolo passato e  ha affossato le fonti energetiche del futuro che sono le rinnovabili”.

“Per l’Italia è necessario un piano energetico innovativo e coraggioso che si ponga l’obiettivo del 100% di rinnovabili nel 2050. Non si tratta di un’utopia ma dell’avvio di una vera e propria rivoluzione industriale basata sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica. Le centrali a carbone, oggi, sono scarsamente monitorate e i luoghi in cui sono situate sono fra i più inquinati d’Italia, dove vivono 6 milioni di italiani a cui bisogna restituire – subito – il diritto alla vita, alla salute e al lavoro pulito”.

Il portavoce dei Verdi savonesi

Gabriello Castellazzi

La recente decisione della Procura di Savona di sequestrare i due gruppi a carbone della Tirreno Power non stupisce e conferma quanto da sempre sostengono i Verdi in merito al carbone, che è dannoso per la collettività ed è una fonte energetica ormai superata, tanto che il nostro co-portavoce nazionale Bonelli ha chiesto in questi giorni l’istituzione di una commissione di inchiesta sull’impatto ambientale delle centrali a carbone.

Preoccupa la situazione gravissima dei lavoratori, a cui esprimiamo la nostra solidarietà, ma a questo epilogo si è giunti per la miopia di una classe industriale che non riesce ad innovare, restando ancorata a una visione ottocentesca, e per l’incapacità politica di imporre una prospettiva di sviluppo alternativa e non dannosa per la salute e per l’ambiente.

I Verdi Liguri auspicano che si possa finalmente avviare una seria riconversione su fonti alternative al carbone, ad esempio riprendendo il processo di metanizzazione della centrale, che si era fermato ad un solo gruppo, anche se sarebbe sempre preferibile ripensare la strategia industriale a livello regionale e provinciale con una decisa inversione verso l’utilizzo di fonti alternative a quelle fossili, unica strada percorribile per conservare i posti di lavoro, in un territorio già provato da una crisi occupazionale profonda.

I co-portavoce dei Verdi Liguri

Lia Giribone

Gianfranco Porcile

2014-03-16

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