Ci sono elementi piuttosto “strani” in questa tragicommedia che vede Berlusconi prim’attore, regista, suggeritore e capo claque.
Non tutto può essere limitato ad un processo, ai suoi tre gradi di giudizio e alla condanna passata in giudicato, contro la quale lo stesso Berlusconi si è scagliato con una veemenza che non si giustifica con le accuse di persecuzione per toglierlo di mezzo dalla politica, in un disegno comunista di potere.
Tre gradi di giudizio e il dispositivo delle condanne nei primi due gradi di giudizio, non lasciano spazi a interpretazioni fantasiose; piuttosto è l’accanimento dimostrato che suggerisce nuove e diverse letture, molto più ampie e approfondite da quelle offerte da Berlusconi con la cantilena della persecuzione.
Due elementi bisogna analizzare per capire e per suggerire nuove e diverse interpretazioni:
1) L’appartenenza di Berlusconi alla massoneria,
2) La frequentazione accertata degli ambienti mafiosi
Analizzare questi due elementi some separati e distinti è un errore che si deve scongiurare; ormai mafia e massoneria si confondono, perché i mafiosi di vertice sono diventati massoni, mentre massoni di vertice fanno comunella con i vertici della mafia. In mezzo c’è Berlusconi mafioso e massone, braccio politico dei due, legislatore di comodo, capopopolo per interesse.
Deve, pèrò, essere accaduto qualcosa che non doveva accadere e cioè la personalizzazione di interessi che dovevano rimanere globali o societari; è emerso un circuito di denaro che non confluiva nella “comune amministrazione, ma finiva nelle tasche di un solo personaggio o, al massimo, di alcuni soci/complici.
Non sono bastati tre gradi di giudizio per dirimere i dubbi, anzi, nel terzo grado di giudizio i dubbi sono diventati certezze, e questo non è piaciuto alla “mafioneria” che ha chiesto, o avrebbe chiesto (il condizionale è d’obbligo per pura formalità) conto e ragione di tali personalizzazioni.
Non è questo panorama che Berlusconi teme molto più di una defaillance politica ?
La via craxiana della fuga all’estero non sarebbe in grado di neutralizzare le ire che avvolgono le manovre ordite dall’ex premier; lo salverebbe solo la dimostrazione di innocenza, da qui tutti i tentativi credibili o meno di ottenere credibilità…. chi aspetta tale dimostrazione di innocenza ha tempo e pazienza di attendere, ma sul greto del fiume.
Rosario Amico Roxas
2013-09-11