Mario Daina, segretario del circolo PD di Casalmaggiore  in vista dell’assemblea provinciale convocata per lunedì prossimo a Cremona lancia ( tramite il giornale La Provincia del 6 gennaio 2017) alcuni ammonimenti, un grido di dolore- come viene chiamato da giornalista- che fa presagire un impegno forte nel dibattito a Cremona
Fra le altre cose Mario Daina evidenzia : ‘ Una settimana dopo la vittoria del ‘no ’ al referendum costituzionale, a Casalmaggiore ci siamo riuniti: eravamo una trentina, abbiamo discusso, ci siamo confrontati, abbiamo cercato di capire perché anche qua il risultato delle urne è stato negativo. E ci siamo detti che bisogna mettere in campo un progetto per rispondere alle cause, a nostro avviso soprattutto di tipo sociale, che hanno determinato la sconfitta. Io continuo a pensare che con la vittoria del ‘no ’si sia persa u n’occasione importante, ma quell’esito ha comunque detto cose chiare. Invece ai piani alti del partito, dal livello nazionale a quello provinciale, non ci si interroga, si pensa ad altro, o semplicemente a ridurre il danno: non solo, si presenta un governo fotocopia, si premia la Boschi, si riconferma Poletti... E si ripete come un mantra, anche a Cremona, che bisogna andare al voto il prima possibile:se ci si vuole andare con questo esecutivo fotocopia, e con un partito che ancora non ha sanato le divisioni tra maggioranza e minoranza, con le due ‘anime’ che si disputano la supremazia, allora la sconfitta non ha insegnato niente. Si pensava che quella riforma fosse in grado di rispondere alla crisi della democrazia e di contrastare l’anti-politica di un movimento autoritario come quello di Grillo. Non è andata così, quindi serve trovare altre strade, magari partendo da un programma che torni a guardare ai lavoratori, all’articolo 3 della Costituzione e, lo dico da cattolico, ai valori delle ‘beatitudini’’.
Insomma un Daina battagliero che non rinuncia ad intervenire nel merito delle cose che è al di fuori delle nuove e vecchie aree correntizie e che intende riproporre all’interno del PD . In conclusione precisa Daina :  ‘Non sono contro Renzi, che ha lavorato tantissimo come presidente del consiglio e ha dato risposte, specie in tema di diritti civili: però questo è avvenuto a scapito del partito, lasciato in uno stato di abbandono. Vorrei fosse chiaro che al congresso non voterò Speranza, che ha sostenuto il ‘no ’al referendum. Né tiro la volata alla minoranza interna, ma Renzi deve capire che è nel partito che si elabora la scelta politica. Senza un congresso, un atto fondativo che parta dai territori e definisca bene il profilo culturale, valoriale, politico e organizzativo del Pd, che scelga come selezionare la classe dirigente, non ne usciamo’.
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