Era figlio del Sultano Yusuf alla cui morte egli ascese al trono. Era membro della dinastia alawita. Questo anniversario potrebbe permettere di approfondire, in modo più dettagliato la figura di questo Sovrano, e far conoscere , anche al grande pubblico, il suo atteggiamento negli anni difficili del secondo conflitto mondiale.
Nei primi decenni del ‘900 il Marocco venne di fatto sembrato in tre zone di influenza : 1) il protettorato francese, governato da Rabat, dove risiedeva il sultano 2) il protettorato spagnolo, governato da Tétouan, dove risiedeva un califfo nominato dal sultano e la città di Tangeri con uno statuto internazionale.
Nel 1927 quando la spartizione del Paese è già cosa avvenuta salì al trono Mohammed V. che mantenne la grande determinazione a preservare l’unità almeno morale e civile del Marocco
Nel giugno del 1940, quando i francesi, vennero invasi dalla Germania nazista, i territori del Maghreb sotto amministrazione francese (Marocco, Algeria e Tunisia) vennero considerati parte della cosiddetta Francia «non occupata. Si trattava di quella parte di territorio metropolitano dove il vecchio maresciallo Pétain aveva creato, sotto la tutela nazista, uno Stato collaborazionista e reazionario.
In quel contesto accade che alle popolose minoranze dell’ebraismo sefardita, residenti da secoli nel Maghreb, vennero via via applicate, a partire dall’autunno del 1940, le misure vessatorie che il regime di Vichy
In Algeria, ad esempio agli ebrei algerini fu tolta, la cittadinanza francese ottenuta in virtù del decreto Crémieux del 24 ottobre 1870
Anche in Marocco, il governatore francese tentò varie volte di introdurre norme anti ebraiche, ma la tenacia di S. M Mohamed V fu tale che di fatto vanificò le norme del governo di Vichy, basti ricordare l’opposizione del sovrano a consegnare al governatore del governo del Maresciallo Petain l’elenco dei cittadini marocchini di religione israelita, sostendo che in Marocco non“esistevano in Marocco sudditi ebrei, ma solo sudditi marocchini”. Tale gesto permise di fatto la salvezza della comunità ebraica marocchina negli anni tremendi della Shoah.
Ricordare questo evento , significa, riportare alla luce una pagina di Storia spesso dimentica e ricordare la grande figura di un Sovrano, che negli anni difficili della Shoah con solo atto di saper dire di “no “ a leggi moralmente ingiuste salvo molte vite umane e pemise di continuare la lunga tradizione di tolleranza del Marocco, una tolleranza che ancora oggi resiste e prospera
Dott Marco Baratto, Associazione Culturale Euromediterranea