Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 03.31

Nuovi adempimenti per i contratti a chiamata

| Scritto da Redazione
Nuovi adempimenti per i contratti a chiamata

Cambiano gli adempimenti obbligatori per l’attivazione de contratti a chiamata. Il provvedimento del Governo è immediatamente esecutivo ed  entrerà in vigore domani (mercoledì 18 luglio) ed interessa direttamente anche le aziende del nostro settore.  Per questo Confcommercio Cremona richiama l’attenzione sulle indicazioni contenute nella legge 92/2012 che disciplina la riforma del mercato del lavoro voluta dal ministro Elsa Fornero. “La novità – spiega la Confcommercio -  consiste nell’obbligo di dare comunicazione preventiva alla direzione territoriale del lavoro rispetto all’inizio della prestazione a chiamata. Allo stato attuale, le Istituzioni interpellate non hanno fornito gli ulteriori dettagli circa le modalità con cui effettuare la comunicazione e pertanto, in via del tutto prudenziale, si invitano le aziende interessate ad inviare via fax alla Direzione Territoriale del Lavoro al numero di Fax 0372 403040 (o via mail DPL-Cremona@lavoro.gov.it) all’indirizzo  la suddetta comunicazione di utilizzo del lavoratore a chiamata prima dell’inizio della attività lavorativa del medesimo. Sul sito della Confcommercio Cremona (www.ascomcremona.it) è possibile scaricare il modulo necessario alla comunicazione. L’informazione alla Direzione Territoriale dovrà essere fatta preventivamente all’avvio della prestazione lavorativa di ogni singolo lavoratore a chiamata convocato e per ogni singola giornata di lavoro. Si ricorda che sono previste sanzioni da 400 euro a 2400 euro per ogni lavoratore per cui viene omessa la comunicazione. Inoltre, si consiglia di conservare la ricevuta di ogni fax inviato che potrà essere esibita agli ispettori del Lavoro nel caso di accesso ispettivo successivo.
“Il contratto a chiamata, introdotto in Italia nel 2003 si è velocemente affermato, anche nel settore del commercio, del turismo e dei servizi. – continua la Confcommercio – Queste nuove disposizioni, di fatto, rendono ancora più gravoso il peso della burocrazia sulle aziende. E se è condivisibile il fine del provvedimento, cioè contrastare il lavoro nero, va evitato il rischio che, ancora una volta, ad essere penalizzate siano le imprese oneste e virtuose”. “Anche attraverso l’Enbite – dichiarano da Palazzo Vidoni – abbiamo sempre promosso politiche di salvaguardia dei diritti dei lavoratori e delle imprese. Certo è che, almeno in questo caso, sarebbero state opportune indicazioni più precise sulla applicazione del dispositivo, anche per gli altri istituti toccati dalla riforma, come le dimissioni da convalidare”.


fonte: mailto:addettostampa@ascomcremona.it

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