Sabato, 20 aprile 2024 - ore 10.25

Pandemia globale, quali economie ripartiranno prima

Dalla crisi economica scatenata dalla pandemia di covid-19 chi si riprenderà prima, l’Europa o gli Stati Uniti?

| Scritto da Redazione
Pandemia globale, quali economie ripartiranno prima

Dalla crisi economica scatenata dalla pandemia di covid-19 chi si riprenderà prima, l’Europa o gli Stati Uniti? Dopo il crollo dell’economia mondiale negli anni 2008 e 2009 furono gli Stati Uniti a ripartire più rapidamente, grazie a una pronta risposta dell’amministrazione guidata all’epoca da Barack Obama e sfruttando alcune flessibilità dell’economia statunitense, che permette per esempio di licenziare facilmente i lavoratori, e altrettanto facilmente di assumerli di nuovo.

L’Europa, invece, attraverso i suoi sistemi di assistenza sociale, cerca di proteggere i cittadini dalla perdita del lavoro, anche erogando sussidi alle imprese che non licenziano. Secondo diversi economisti consultati dal New York Times, questa volta il sistema europeo potrebbe essere più vantaggioso. L’attuale crisi è diversa da quella di dodici anni fa ed è caratterizzata dal crollo simultaneo della domanda e dell’offerta, conseguenza del blocco delle attività. E in questo caso l’Europa, che ha congelato le attività economiche per contenere il virus, potrebbe trovarsi in una posizione migliore rispetto agli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump ha invece dato la priorità alla produzione, anche se il numero dei contagiati continua a salire.

Il 1 luglio il paese ha registrato altri cinquantamila nuovi casi e 645 morti, secondo il bilancio dell’università Johns Hopkins. Sono 2,7 milioni i casi di covid-19 rilevati negli Stati Uniti, una porzione considerevole dei 10,6 milioni in tutto il mondo.

Per quanto riguarda l’economia, fanno notare gli esperti intervistati dal New York Times, questa è una recessione diversa dalle altre, e ci sono ancora molte cose che non sappiamo, come per esempio se ci sarà una seconda ondata di contagi e sarà necessario imporre nuovi confinamenti. Resta il fatto che negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione è aumentato notevolmente (cinque volte più che in Francia), mentre in Europa è rimasto abbastanza stabile, in un contesto dove quasi tutti i governi del mondo hanno aumentato la spesa pubblica per venire incontro alle esigenze dei cittadini (a marzo e ad aprile gli Stati Uniti hanno speso 2.700 miliardi di dollari in aiuti di stato).

La scommessa europea, conclude il quotidiano, si basa sul presupposto che la crisi sia di breve durata. Se proseguisse o dovesse peggiorare, i dirigenti europei potrebbero essere costretti a rivedere i loro calcoli.

(Internazionale cc by nc sa)

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