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PD: “LA NOSTRA MACROREGIONE GUARDA ALL’EUROPA

| Scritto da Redazione
PD: “LA NOSTRA MACROREGIONE GUARDA ALL’EUROPA

PD: “LA NOSTRA MACROREGIONE GUARDA ALL’EUROPA E AFFRONTA I PROBLEMI CONCRETI DELLA MONTAGNA. NESSUN APPROCCIO IDEOLOGICO”
A Milano l’incontro tra gli esponenti del Partito democratico delle regioni del nord

La macroregione del Pd guarda all’Europa e non al proprio ombelico. Vede nelle Alpi una cerniera tra l’Italia e il resto dell’Unione, non un modo per chiudersi agli altri. Considera la montagna una risorsa e non un mero problema o al massimo un elemento di folclore locale.

E’ decisamente diversa l’idea del Partito democratico delle regioni del nord – riunito oggi, lunedì 18 novembre 2013, a Milano – della macroregione: “Per i presidenti di Piemonte, Lombardia e Veneto si tratta di un’aggregazione tutta locale e solamente italiana. Per noi rientra nel concetto stesso di macroregione europea, in questo caso alpina, come esistono quella del Danubio e dei Paesi Baltici”, hanno detto Alessandro Alfieri e Mario Barboni, capogruppo e consigliere regionale del Pd lombardo, Enrico Borghi, Gianfranco Morgando e Aldo Reschigna, rispettivamente parlamentare, segretario regionale e consigliere regionale del Pd Piemonte, Sergio Reolon, consigliere regionale del Pd Veneto, e Luigi Spagnolli, sindaco di Bolzano.

“La nostra macroregione è una collaborazione tra Regioni ed enti locali che hanno problemi simili – ha esordito Alfieri –. L’economia di montagna, il turismo nelle valli, la viabilità e l’accessibilità difficili, ad esempio, sono questioni concrete e noi vogliamo lavorare insieme, individuando precise politiche e anche che tipo di risorse riusciamo a recuperare da Bruxelles. Insomma, nessun approccio ideologico che sa di padania”.

 

Barboni ha ribadito il concetto: “A noi non interessa una macroregione locale italiana, ma alpina europea – ha detto a nome di tutti –. Il principale problema della montagna è il continuo spopolamento, perciò ha necessità di contenuti, risorse, opportunità per il territorio e tutte le sue genti”. E ciò non significa, per il Pd, limitarsi al settentrione d’Italia: “In tempi brevi presenteremo il nostro Manifesto per le Alpi al Presidente del Consiglio Enrico Letta e agli ambienti romani, perché anche il Parlamento deve essere coinvolto in questo processo”.

Un accordo internazionale, dunque, ha ricordato Spagnolli, “di cui, come Pd, ci facciamo carico. Perché la presenza della popolazione in montagna è importantissima e conviene al Paese – ha detto il sindaco di Bolzano –: questi territori preziosi vanno curati, sono ambienti pregiati e se nessuno se ne occupa rischiano un degrado irrecuperabile”.

Dal Governo italiano alcuni segnali sono già arrivati, in questo senso, ha assicurato Borghi: “Pochi giorni fa, a Longarone, in occasione dell’anniversario del disastro del Vajont, proprio il Presidente Letta ha parlato di una nuova strategia di programmazione per la montagna. E nel collegato sui temi ambientali sono, infatti, contenute disposizioni per lo sviluppo della green economy che prevedono, ad esempio, un rilancio della bioedilizia, un settore che potrebbe coinvolgere l’economia di montagna”. In questa direzione va anche il Programma aree interne, cioè una strategia condivisa di sviluppo delle aree montane e rurali all'interno della programmazione quadro europea, “quella che, appunto, porta a una visione di macroregione alpina, formata da 7 Paesi dell’arco alpino, che non va assolutamente confusa con la macroregione del nord”, ha aggiunto Borghi.

“Questa iniziativa mira a far assumere al Partito democratico la questione delle Alpi come grande tema nazionale ed europeo e non bastano i piccoli interventi – ha concluso Reolon –. C’è bisogno di politiche strutturali forti decentrate e di dare ai territori alpini grandi possibilità di autogoverno”. L’esempio, per il consigliere veneto, è quello del bellunese: “Una Provincia ordinaria in una Regione ordinaria, inserita tra due Regioni autonome a statuto speciale, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Un caso unico in Italia di un comprensorio che richiamava, con Cortina, affluenze turistiche record e che, negli ultimi 40 anni, è rimasto schiacciato soprattutto dallo sviluppo dei vicini territori di Trento e Bolzano”.

Milano, 18 novembre 2013

Ufficio Stampa PD

Consiglio regionale della Lombardia

 

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