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Progetto Torrazzo: un aiuto a persone a rischio di grave marginalità

Grazie ad una fattiva collaborazione tra pubblico e privato.

| Scritto da Redazione
Progetto Torrazzo: un aiuto a persone a rischio di grave marginalità

Cremona, 20 novembre 2018 - Alla presenza del Sindaco Gianluca Galimberti, dell’Assessore alla Vivibilità sociale Rosita Viola, e della dirigente del Settore Politiche Sociali del Comune Eugenia Grossi, sono stati presentati i risultati delle azioni realizzate negli ultimi tre anni nell’ambito del progetto Torrazzo che vede capofila il Comune di Cremona, in stretta sinergia con un’ampia rete di partner quali la Cooperativa di Bessimo, l’Azienda Sociale Cremonese, Mestieri Lombardia Consorzio di Cooperative Sociali, ATS (Agenzia di Tutela della Salute) Val Padana, ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale) Cremona, l’Associazione Gruppo Articolo 32, l’Associazione Società di S. Vincenzo de Paoli, l’Associazione Gruppo Incontro, l’Associazione Gruppo Pro-positivo Beta2, la Caritas Diocesana, la Cooperativa Cosper, la Croce Rossa Italiana - Comitato di Cremona, il Consultorio Ucipem Cremona, e nelle diverse annualità la Cooperativa Fuxia e la Cooperativa La Zolletta, grazie alla collaborazione avviata a livello territoriale.

Come illustrato nel corso della presentazione, il progetto, giunto alla sua terza annualità, è finanziato da Regione Lombardia, attraverso il POR FSE (Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo) Lombardia 2014-2020 - Opportunità e Inclusione per il consolidamento di percorsi di inclusione sociale a favore di persone giovani e adulte a grave rischio di marginalità. La sua finalità è favorire percorsi individualizzati per persone in situazioni di grave marginalità, sia promuovendo azioni di riduzione del danno, che azioni di facilitazione di accesso ai servizi.

L’obiettivo generale è migliorare le capacità delle persone in situazione di grave marginalità a prendersi cura del proprio benessere fisico, sociale e psichico. Obiettivi specifici sono il miglioramento delle condizioni di marginalità sociale e riduzione dei danni correlati all’uso e abuso di sostanze, nonché la promozione di percorsi di inclusione sociale attiva. Le iniziative vengono attuate nel contesto comunale, ma il bacino di provenienza delle persone è sia locale che provinciale, in minima parte da fuori provincia.

Analizzando i dati relativi al 2017, emerge che le persone coinvolte sono in prevalenza uomini di età compresa tra i 24 e i 39 anni. Il 18% si è dichiara senza fissa dimora, il 25% ha dichiarato di rivolgersi solo al drop-in (piccola sosta per individui in difficoltà), il 54% risulta disoccupato, il 37% ha dichiarato di avere trascorso periodi di carcerazione, il 41% presenta situazioni debitorie relative agli affitti, il 31% non ha attivato le utenze domestiche, mentre il 36% ha situazioni debitorie relative alle utenze domestiche.

Nel 2017 il POIS – Punto di Accesso ai Servizi Sociali del Comune di Cremona ha registrato 6.260 contatti con cittadini in stato di necessità, mentre la Caritas Cremonese è entrata in contatto con 173 famiglie e ha erogato complessivamente 53.000,00 euro di aiuti.

Le azioni attuate e quelle che in fase di realizzazione dimostrano, come evidenziato nell’incontro, che esiste una sistema di accoglienza locale del bisogno e di offerta di risorse e prestazioni grazie ad una fattiva collaborazione tra pubblico e privato.

Accanto alle ordinarie misure di contrasto alla povertà, altre, di carattere innovativo e legate a specifici finanziamenti, ne sono state attivate in questi anni sul territorio: l’intento è rispondere ai bisogni dei cittadini e, contemporaneamente, mettere in relazione tra loro tutte le professionalità in modo da evitare la dispersione delle risorse e costruire costruire così un sistema più integrato di aiuto.

Il progetto Torrazzo rappresenta un’esperienza capillare in quanto si rivolge a persone che difficilmente possono essere intercettate attraverso canali istituzionali, perché si tratta di individui che, se e quando si rivolgono ai servizi sociali, lo fanno in modo intermittente e rischiano così di non essere poi “recuperati”. Il progetto, in particolare, favorisce e facilita l’accesso alla rete dei servizi nel tentativo di evitare il peggioramento delle condizioni di precarietà, prevenendo condizioni di esclusione sociale, devianza e cronicizzazione.

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