Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 20.27

Pubblicati i verbali del Comitato Tecnico Scientifico

| Scritto da Redazione
Pubblicati i verbali del Comitato Tecnico Scientifico

La Fondazione Luigi Einaudi ha pubblicato oggi alcuni dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico, secretati fino a poche ore fa, che sono stati alla base dei DPCM emanati durante la fase più acuta dell'emergenza in Italia legata alla pandemia di COVID-19.

Cinque i documenti desecretati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e pubblicati in queste ore relativi agli incontri del Comitato Tecnico Scientifico del 28 febbraio, del 1° marzo, del 7 marzo, del 30 marzo e del 9 aprile scorsi, ma ne manca ancora qualcuno all'appello, a cominciare da quello dei primi giorni di marzo sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro, in Val Seriana.

Oltre 200 pagine, consultabili liberamente a questo indirizzo, che contengono le riflessioni e le analisi degli esperti del Comitato Tecnico Scientifico voluto dal premier Conte per navigare con attenzione e precisione durante le delicate fasi che hanno portato al lockdown dell'intero Paese e le misure restrittive in vigore ancora oggi.

Il 28 febbraio scorso, a pochi giorni dall'imposizione del lockdown, gli esperti suggerivano di estendere lo smart working a tutto il Paese fino al termine dello stato di emergenza, così come di confermare il divieto di viaggi di istruzione in Italia e all'estero. Già in quell'occasione veniva suggerito di limitare il più possibili i contatti fisici.

Il 1° marzo, mentre la situazione si iniziava a presentare ben più grave di quanto immaginato fino a pochi giorni prima, il Comitato Tecnico Scientifico suggeriva di incrementare il più velocemente possibile i posti letto negli ospedali in tutto il Paese, sia i posti letto in terapia intensiva che quelli nei reparti di pneumologia e di malattie infettive.

Sempre in quei giorni il CTS riteneva necessarie, tra le altre cose, "ridefinire i percorsi di triage dei Pronto Soccorso con l'individuazione di aree dedicate alla sosta/degenza temporanea dei pazienti sospetti", così come "l'identificazione di strutture ospedaliere in presidi COVID-19" e la "definizione di un protocollo per l'esecuzione dei tamponi" con relativo "incremento della capacità di attività e del numero di laboratori qualificati".

Nel verbale del 7 marzo, pochi giorni prima del lockdown nazionale, il CTS suggeriva di rivedere la distinzione tra "zone rosse" e "zone gialle", come effettivamente poi è avvenuto, e di definire due livelli di misure di contenimento per le zone più colpite dal virus e il resto del Paese.

 

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