Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 03.33

QUESTA E’ UNA SOCIETA’ CHE NON GUARISCE PIU’…| Arnaldo De Porti

Ecco perché, parlare di guarigione sociale, mi sembra piuttosto arduo. Salvo miracoli che non sono di questo mondo.

| Scritto da Redazione
QUESTA E’ UNA SOCIETA’ CHE NON GUARISCE PIU’…| Arnaldo De Porti

QUESTA E’ UNA SOCIETA’ CHE NON GUARISCE PIU’…| Arnaldo De Porti

Quanto sto per scrivere non può essere scritto da tutti perché, chi volesse legittimamente esprimersi essendo ancora dentro alla prima e seconda, e forse un pochino anche alla terza generazione, non ha elementi da comparare rispetto ad un ultraottantenne,  per esprimere un giudizio fra il passato e l’oggi, intesi in senso specificatamente correlato.

Di certo il modo di vivere è cambiato anche oltre i classici…360 gradi, ma il cambio sta investendo una sfera che non riguarda solo il modo di vestire, di mangiare, del sistema riconducibile alla tecnologia avanzata, del costume ecc, ecc.,  ma della stessa nostra fisiologia umana per la quale, in nome del massacrante business, stiamo uscendo dai parametri vitali senza accorgersene che l’assuefazione a ciò ci ha ormai fatto perdere di vista i limiti entro i quali è possibile reggere senza potenziali pericoli che sono sempre dietro all’angolo : certe morti improvvise e senza un motivo almeno apparentemente immaginabile e tanto meno prevedibile ne costituiscono oggettiva conferma da destare stupore persino nella classe medica: “aveva tutti i valori a posto, ma è deceduto”, ho sentito dire.

La cosa fa riflettere perché coloro che appartengono alle suddette generazioni, poco più poco meno,  stante appunto la suddetta assuefazione, non possono rendersi conto in difetto di comparazione, di quanto sta succedendo oggi,  ove vengono metabolizzate situazioni  esistenziali che sono  il dolore, i dispiaceri, lo stress, i conflitti, e ciò by-passando quel cosiddetto buon senso che a furia di cozzare anche contro gli stessi parametri biologico-esistenziali, finisce per svuotare le componenti riconducibili al piacere di vivere, fino a determinare, giorno dopo giorno,  la patologia sociale che oggi si avverte in ogni angolo: tutti  gli onesti corrono per necessità,  i disonesti stanno invece fermi in attesa di rompere qualche vetro delle macchine appena parcheggiate da coloro che corrono onestamente, ridere è diventato un optional di altri tempi anche da parte degli… appena nati (si fa per dire),  il dialogo sociale più non esiste se non nella veste formale di una eventuale necessità.

Coloro che ci governano, appartenendo prevalentemente alle suddette generazioni, e che si stanno approcciando, spesso con  scarsa preparazione, verso un’ era difficile dagli aspetti imprevedibili, non possono capire certo questi aspetti   e portano avanti progetti che cozzano contro le necessità degli amministrati fino alla rottura della classica corda ormai tesa come un violino, e ciò  fino ad arrivare a ciò che oggi vediamo in Francia, che abbiamo già visto in Italia e che alberga ormai in tutto il pianeta ad opera di quattro “ignoranti” che vivono per il potere, belligerando idiotamente facendo morire migliaia di persone innocenti.

Atteso che la linfa “vitale” oggi ci nutre e ci fa vivere in questo modo, farei davvero fatica ad immaginare che ci sia qualcuno che la pensi tanto diversamente da me, salvo che non si tratti del solito precario-saputello.  Il guaio è che, purtroppo, di questi soggetti, il mondo si sta arricchendo quotidianamente con la sola attenuante che la ricerca spasmodica del pane quotidiano, della casa, della ricerca affettiva, oggi non permette più di essere “noi” nel rispetto dei parametri fisiologici, politici compresi, ma uno strumento che ci sta avviando inesorabilmente e progressivamente verso la deriva  sociale, traguardo questo che, pagando lo scotto di quando ho appena detto seppur con la debole attenuante appena citata, sarebbe già abbastanza rispetto al conto finale che ci presenterà il conflitto mondiale in corso, nel quale ci sono dentro tutti,  fingendo di essere tutti fuori, Cina compresa.

 Ecco perché, parlare di guarigione sociale, mi sembra piuttosto arduo. Salvo miracoli che non sono di questo mondo. E forse, riflettendo sulla Chiesa terrena di oggi, neanche dell’altro…

Arnaldo De Porti ,Feltre-Belluno

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