Ieri Petro Kotin, il capo di Energoatom, la compagnia nucleare statale dell’Ucraina, ha informato il direttore generale dell’Internaztional atomic energy agency (Iaea), Rafael Mariano Grossi, che «Squadre di specialisti ucraini sono riuscite a riparare una linea elettrica necessaria per riprendere le forniture di elettricità esterna alla centrale nucleare di Chernobyl», quattro giorni dopo che erano saltate nell’area di esclusione controllata dalla Russia.
Come riferisce l’Iaea in un comunicato, Kotin ha detto a Grossi che «Gli specialisti avevano riparato una delle due linee danneggiate e che ora sarebbero stati in grado di fornire tutta l’energia necessaria fuori sede alla centrale nucleare, dove a seguito dell’incidente del 1986 sono stati ubicati vari impianti di gestione dei rifiuti radioattivi».
Energoatom ha informato separatamente l’Iaea che la linea di alimentazione è stata ripristinata alle 18:38 dal personale addetto alle riparazioni di Ukrenergo, l’operatore del sistema di trasmissione elettrica dell’Ucraina e che «La centrale nucleare di Chernobyl continua a lavorare con generatori diesel di riserva e sarà ricollegata alla rete elettrica ucraina in mattinata».
L’Iaea ribadisce che «La disconnessione dalla rete della centrale nucleare la scorsa settimana non ha avuto un impatto critico sulle funzioni di sicurezza essenziali del sito poiché il volume dell’acqua di raffreddamento nel suo impianto di combustibile esaurito era sufficiente per mantenere la rimozione del calore senza un rifornimento di elettricità».
Grossi ha commentato: «Questo è uno sviluppo positivo poiché la centrale nucleare di Chernobyl ha dovuto fare affidamento su generatori diesel di emergenza da diversi giorni. Tuttavia, rimango gravemente preoccupato per la sicurezza di Chernobyl e degli altri impianti nucleari ucraini».
Ieri, lo State Nuclear Regulatory Inspectorate of Ukraine (SNRIU) ha informato l’Iaea che «Il personale della centrale nucleare di Chornobyl non stava più effettuando riparazioni e manutenzione delle apparecchiature relative alla sicurezza, in parte a causa del loro affaticamento fisico e psicologico dopo aver lavorato ininterrottamente per quasi tre settimane».
Infatti, il personale ucraino – 211 tecnici e guardie – è rimasto lo stesso dal 24 febbraio, quando le truppe russe hanno occupato il SNRIU è anche preoccupato per la sicurezza del trasporto del personale al di fuori della zona di esclusione istituita dopo il disastro nucleare del 1986 e ha detto di non avere comunicazioni dirette con il personale di Chernobyl, ma di ricevere informazioni dalla gestione della centrale nucleare dall’esterno.
Grossi ha evidenziato che «La situazione sempre più grave che deve affrontare il personale presso la struttura, unita ai persistenti problemi relativi alle comunicazioni dal sito e al problema dell’alimentazione ora risolto, ha aggiunto ulteriore urgenza a un’iniziativa dell’Iaea volta a garantire la sicurezza nelle centrali elettriche nucleari ucraine».
Il direttore generale dell’Iaea ha proposto un quadro che consentirebbe all’agenzia nucleare Onu di «Fornire assistenza tecnica e di altro tipo per il funzionamento sicuro e protetto di tutti gli impianti nucleari ucraini». Del quale ha già discusso con i ministri degli esteri ucraino Dmytro Kuleba e con quello russo Sergei Lavrov. Grossi ha aggiunto: «Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. L’Iaea è pronta ad agire immediatamente, sulla base della nostra proposta di quadro che richiede l’accordo delle parti in conflitto prima che possa essere attuata. Possiamo fornire assistenza ai siti nucleari ucraini solo dopo la firma. Sto facendo tutto il possibile per farlo avvenire molto presto».
L’Iaea sta preparando proposte tecniche dettagliate per fornire la sua assistenza, basate sui sette pilastri indispensabili per la sicurezza nucleare che grossi ha delineato in una recente riunione del Board of Governors dell’Iaea e ricorda che «Questi pilastri – compresi quelli sull’integrità fisica degli impianti nucleari, la capacità del personale operativo di prendere decisioni senza pressioni indebite, la sicurezza delle forniture di elettricità fuori sede e le comunicazioni affidabili con l’autorità di regolamentazione – sono stati compromessi o messi in discussione durante il conflitto iniziato il 24 febbraio».
Il SNRIU ha anche informato oggi l’Iaea che sta monitorando da vicino la situazione nella zona di esclusione di Chernobyl prima della stagione degli incendi, quando nell’area si verificano spesso incendi boschivi nell’area contaminata dal materiale radioattivo del disastro nucleare di 36 anni fa. Incendo che negli ultimi anni sono stati sempre più grandi e frequenti, raggiungendo anche il perimetro della centrale nucleare dismessa e avvicinandosi ai depositi di scorie radioattive.
Per quanto riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhya, la più grande d’Europa e controllata dalle forze armate russe dal 4 marzo, il SNRIU ha affermato che «La situazione dell’alimentazione non è cambiata. Dispone di quattro linee elettriche fuori sede ad alta tensione (750 kV) più un’altra in standby. Due delle quattro linee sono state danneggiate ed Energoatom ha informato l’Iaea che l’energia elettrica necessaria per il funzionamento della centrale potrebbe essere fornita con una linea elettrica disponibile. Anche i generatori diesel sono pronti a fornire energia di riserva.
Precedentemente l’Ucraina aveva informato l’Iaea che, nonostante l’occupazione dei militari russi, il personale di Zaporizhzhya continua a lavorare regolarmente, anche se la gestione della centrale è sotto controllo del comandante delle forze russe di occupazione. In un aggiornamento inviato ieri all’Iaea, il SNRIU ha comunicato di essere stato informato dal personale di Zaporizhzhya che all’interno della centrale sono presenti almeno 11 rappresentanti della compagnia nucleare statale russa Rosatom che però non interferiscono con il funzionamento degli impianti nucleari.
Grossi ha più volte sottolineato che l’attuale situazione a Zaporizhzhya «Contravviene a uno dei sette pilastri indispensabili: che il personale operativo “deve essere in grado di adempiere ai propri doveri di sicurezza e avere la capacità di prendere decisioni senza indebite pressioni”».
Il SNRIU ha anche avvertito l’Iaea di «Non essere più in grado di fornire un controllo indipendente sulla sicurezza normativa in loco della centrale nucleare di Zaporizhzhya, in parte perché i suoi locali di lavoro erano stati danneggiati il âÂÂÂÂâÂÂÂÂ4 marzo». Ma ha aggiunto di essere rimasto in costante contatto con il cantiere, elemento importante dei sette pilastri della sicurezza.
Il bollettino sullo stato delle centrali nucleari operative dell’Ucraina pubblicato ieri dal SNRIU conferma che «Sono rimasti in funzione 8 dei 15 reattori del Paese, di cui 2 nella centrale nucleare di Zaporizhzhya, 3 a Rivne, uno a Khmelnytskyy e 2 nell’Ucraina meridionale. I livelli di radiazioni rimangono normali e i sistemi di sicurezza sono intatti».
Per quanto riguarda le salvaguardie, l’Iaea si è nuovamente lamentata con la Russia perché ieri «Non stava ancora ricevendo la trasmissione di dati a distanza dai suoi sistemi di monitoraggio installati presso la centrale nucleare di Chernobyl», mentre questo tipo di dati venivano trasferiti alla sede dell’Iaea dalle altre centrali in Ucraina.