Domenica, 28 aprile 2024 - ore 21.23

Romagna mia – verso la diga di ridracoli

RIDRACOLI, LE FORESTE CASENTINESI E LA POTENZA DELL’ACQUA Itinerario in pillole : Forlimpopoli – Città del Sole – Castrocaro – Predappio Nuova – Santa Sofia – Ridracoli – Biserno La forza e la potenza della natura modellata dalle capacità umane e dall’ingegneria al servizio delle popolazioni e dell’economia della Romagna. Un itinerario nel cuore della Romagna seguendo il corso dell’acqua.

| Scritto da Redazione
Romagna mia – verso la diga di ridracoli

Nel cuore delle foreste Casentinesi, a 557 metri sopra il livello del mare, la bellezza della natura si unisce all’ingegno dell’uomo che, alla ricerca costante di garantirsi la sopravvivenza attraverso le risorse essenziali, ha creato qui una centrale di approvvigionamento di acqua inserito in un contesto naturalistico meraviglioso in luoghi che, per le sue strade, le curve e i tornanti che offre, sanno diventare anche, come tanti incontri testimoniano, meta ideale per ‘e mutor.

– Il nostro viaggio verso la grande diga oggi parte da Forlimpopoli, cuore e anima di una terra come quella della Romagna dura e orgogliosa di sé. Sviluppatasi sulla via Emilia si trova in una posizione perfetta per favorire le comunicazioni tra la montagna e il mare, attraversata com’è dal fiume Bidente, uno dei due rami d’acqua imbrigliati più a monte dalla diga di Ridracoli. Una cittadina molto bella, fondata dai romani che le conferirono il nome di “Forum Popilii”. D’indubbia suggestione la rocca albornoziana che ci saluta appena entrati nel centro storico e conquista per il suo ottimo stato di mantenimento e per la sua struttura possente. Prende il nome dal Cardinale Egidio Albornoz, personaggio intrigante della storia del Rinascimento italiano; spagnolo, cardinale e condottiero incaricato da Papa Innocenzo VII di recarsi in Italia per restaurare l’autorità papale nei territori della Chiesa. Esperto uomo d’arme, ma anche di cultura, rase al suolo le città che resistevano al suo passaggio per poi – bello bello – ricostruirle.

– Uscendo da Forlimpopoli e proseguendo per un breve tratto sulla via Emilia, si svolta a sinistra per imboccare la sp56 verso Castrocaro. Stiamo correndo dentro i paesaggi pianeggianti della Romagna e a breve, lungo la strada, ci imbattiamo in una delle meraviglie nascoste e misteriose di questo territorio: la Città del Sole. Questa suggestiva “Città Fortezza”, che purtroppo dal basso nasconde alla vista la sua struttura complessiva così particolare, viene fondata nel 1564 da Cosimo I dè Medici con l’intento di sviluppare agglomerati muniti di tutti i servizi in quei luoghi dove risulta difficile e problematica la sopravvivenza. Zone come quelle dell’entroterra romagnolo in balia d’inondazioni e frequentate dai briganti diventano così una sfida interessante per questo Principe illuminato e intelligente del nostro Rinascimento che l’8 dicembre del 1564 pone personalmente la prima pietra e avvia la costruzione di questa città. Una grandiosità del progetto che purtroppo, attraversando le possenti mura di questa fortezza, stentiamo a comprendere nella sua complessità e bellezza.

– Proseguendo sul rettilineo arriviamo velocemente alla volta di Castrocaro, famosa oggi per le sue terme ma anche per una mirabile fortezza da cui controllare una delle vie storiche principali di collegamento tra Romagna e Toscana, tra Adriatico e Tirreno.

– Uscendo da Castrocaro imbocchiamo la SP57 verso Predappio. Dopo una serie di tornanti siamo già in mezzo alle colline ad ammirare lo splendido panorama della valle di sotto e della Rocca di Castrocaro. I dolci colori delle valli romagnole ci abbracciano in un dolce incanto. Incontriamo poi la SP9 ter, direzione Predappio che raggiungiamo a breve.

– Predappio, nel bene o nel male, entra di diritto tra i paesi passati alla storia. In effetti la sua storia, oltre ad essere rimasta impressa sui manuali del nostro Paese, ha anche un proprio percorso molto interessante che vale la pena conoscere. Intanto è immersa nella bellissima valle del Rabbi che s’inerpica lungo l’Appennino tosco – romagnolo. Quella che noi oggi chiamiamo Predappio in realtà era la frazione di Dovia dove risiedeva la famiglia Mussolini, mentre la storica – quella “vera” – si trovava in alto sulla collina. Quando nel 1923 il paese venne investito da una grossa frana si pensò bene di mettere in sicurezza la popolazione trasferendola in basso. Nel 1925 il segretario del Partito Nazionale Fascista Farinacci ebbe l’incarico di recarsi a Dovia per fondarvi una nuova città. Fu così che, al pari di Sabaudia o la più famosa Latina, anche Predappio Nuova venne costruita seguendo i criteri dell’architettura razionalista, nuova frontiera dell’arte e dell’architettura del tempo. Oggi Predappio ci appare come una bella cittadina, razionale nella sua struttura ed essenziale nei suoi servizi. Un piccolo gioiello di razionalismo circondato dalla selvaggia bellezza di queste valli che forse, con mente sgombra da giudizi preconcetti, varrebbe la pena valorizzare per quello che veramente è.

– La 9ter che si allunga sino a Premilcuore è una bella strada per motociclisti; un’entusiasmante percorso che prosegue attraverso curve e tornante allungandosi poi sulla SP24 lungo le dorsali degli Appennini sino a Santa Sofia. Percorsi asfaltati che si alternano a brevi tratti di strade bianche in allegorie di colori che vanno dal verde al giallo delle coltivazioni e dei boschi dove si alternano faggi, castagni e querce.

– Fiumicello, Galeata e poi Santa Sofia che ci accoglie insieme a tanti altri motociclisti che qui giungono sia dal nostro versante sia dal passo del Carnaio, un bellissimo tracciato che parte da San Piero in Bagno. Siamo entrati nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi ed è già incanto. Il territorio è molto suggestivo e la cittadina si adagia tra i monti con i campanili delle sue chiese che si stagliano contro il cielo.

– Da qui a Ridracoli il tragitto è appassionante e suggestivo. La natura lasciata libera di seguire il suo corso si espande con miriadi di differenti specie di alberi o piante o fiori mentre le cime degli Appennini ricoperti di verde mantengono inalterata la loro maestosità. Corriamo attraverso curve e tornanti lungo i crinali dei monti, in salita verso la grande diga che imponente ci attende.

– Da Santa Sofia SS310 verso Isola, per poi inoltrarci, superato il cancello di guardia sulla piccola e selvaggia SP112 su su fino a che, superata una galleria la vista si apre sulla bellissima diga che qui comanda e dirige la forza della natura. La diga di Ridracoli che sopperisce al fabbisogno di gran parte della Romagna, viene inaugurata nel 1983 con progetti di sviluppo partiti già negli anni sessanta e settanta. Un grande progetto ingegneristico che sfrutta l’energia dell’acqua del fiume Bidente e crea un lago artificiale di una bellezza commovente. Tutto il complesso trasmette meraviglia e potente energia. La vista di una diga di quelle dimensioni crea nell’uomo una sorta di rispetto e di ammirazione e quella di Ridracoli, inserita dentro un contesto naturalistico spettacolare e selvatico scatena ancora di più emozioni e meraviglia. Un passaggio con la moto sopra la diga per le riprese foto e video – grazie presidente – è emozionante. E’ possibile per i visitatori noleggiare canoe oppure proseguire a piedi o in bicicletta lungo i vari sentieri che da qui si dipanano verso l’interno della foresta (per informazioni e prenotazioni 0543 917912 oppure ladigaridracoli@atlantide.it. Oppure potete fermarvi a dormire. La diga offre anche case dove poter dormire oppure potete risiedere in un campeggio vicino o in agriturismo sparsi nella zona immersi nella foresta.

– Riscendiamo dalla diga verso il borgo di Ridracoli; tre case , un palazzo, una chiesa ed un inaspettato ponte ottocentesco a schiena d’asino.

– Ridracoli ci saluta accompagnandoci a ritroso verso la costa romagnola che da questo sito e dalle sue acque trae parte della sua sopravvivenza. Una visita prima di rientrare al “cippo dei partigiani” dal quale parte il “Sentiero della libertà”. Riprendendo la via verso Rimini, appena attraversato il borgo di Ridracoli si gira a sinistra verso Biserno. Proseguendo si arriva a breve alla vista del Cippo dei partigiani dal quale parte questo spettacolare itinerario da affrontare rigorosamente a piedi o in mountan bike. Un percorso suggestivo che vi porterà fino alla stupefacente San Paolo in Alpe si allungherà sino a Pian del Grado raccontandovi la storia delle varie battaglie e degli avvenimenti che si svolsero nel ‘44 a seguito della formazione in queste zone della Linea Gotica, baluardo di resistenza contro l’esercito tedesco. 

– Da qui, anche se non lo troverete sulle mappe della zona, parte un percorso di strada bianca. Curve estrose che scendono verso Berleta, un lungo tratto di crinale che saprà appassionarvi per la sua spregiudicata selvaggia dimensione. Godetevelo tutto compresi i panorami verso la valle che da qui potrete godere.

– Da Berleta che, ospita anche un bel campeggio, la SS310 ci riporta verso Isola. Da lì il ritorno verso la costa Romagnola riprendendo fino alla pianura il corso del Bidente.

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