Bisogna parlare il linguaggio marinaro, diventato tanto di moda con le navi-crociere per privilegiano gli scogli al marte aperto. L’ordine del capitano della nave “Il giornale” è stato perentorio: “Indietro tutta !”, ma deve essere partito dall’armatore, che non vuole rischiare di dover pagare una penale perché segnerebbe una sconfitta sancita e documentata, nonché la dimostrazione che esiste una regia unica che sparge fango, per non rimanere uno dei pochi ingangati.
L’azzardo sallustiano, del quale ho parlato proprio ieri in “Pisapia e Tabacci, secondo Sallusti”, di presentare sia Pisapia che Tabacci tremebondi perché in procinto di essere scoperti con i sorcio in bocca, in un redazionale firmato dallo stesso direttore (meglio se direttorissimo), ma identificato sarcasticamente dall’on. Tabacci , unitamente a buona parte della redazione « scienziati dell’informazione».
Casualmente l’intervista a Tabacci è scomparsa dalla home page, del “prestigioso” quotidiano di Berlusconi per cui, chi volesse leggerla dovrebbe andare a cercarsela.
Qui evito il fastidio, fornendo il link, perché ritengo opportuno che tale intervista abbia la visibilità che merita, in quanto segna l’interruzione traumatica di un iniziale “metodo Boffo” a carico di Pisapia e di Tabacci, stroncato sul nascere.
In questa intervista ciò che emerge non è la chiarezza di ciò che afferma l’on. Tabacci, ma ciò che non dice, mi riferisco all’affermazione secondo la quale l’amministrazione milanese si ritrova nella condizione di dover vendere i gioielli di famiglia per tamponare i buchi lasciati dalla precedente amministrazione : nessun accenno al velleitarismo della Moratti, da questo diplo9matico silenzio ricaviamo il dettato che si può essere “signori” anche in politica.
Personalmente avrei preferito vedere Sallusti sotto querela, ma va bene anche così, bisogna essere superiori alle piccinerie dell’altrui servitù.
Rosario Amico Roxas
