Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 18.18

Scherzi della Storia. RAR

Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna

| Scritto da Redazione
Scherzi della Storia. RAR

Alla ricerca di una lettura rilassante, mi sono imbattuto in una paginetta di Elsa Morante,   intitolata Il Capo del Governo in “Pagine autobiografiche postume”, pubblicate in “Paragone Letteratura”, n. 456, febbraio 1988, ed é stato riproposto recentemente dalla rivista Atti Impuri). Leggendo velocemente non ho potuto fare a meno di chiedermi: ma come ha fatto  ad avere scritto questa pagina Elsa Morante, che è morta nel 1985 ?

La soluzione è scritta alla fine della citazione che qui riporto:

“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.

Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.

Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, divenne un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, la megalomania sfrenata, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico.

In Italia è  diventato il capo del governo.

Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.

Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico ingenuo e volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.”

La risposta al quesito che ho posto a me stesso, è di facile soluzione: il testo, del 1945, si  riferisce a Mussolini.

Rosario Amico Roxas

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