Da più di due anni, da cristiano credente e praticante, auspico le dimissioni di Benedetto XVI, motivando tale auspicio con la linea politica tenuta dal pontefice, molto lontana dalla genuina interpretazione dei Vangeli. Ma, ove dovesse accadere, non dovrà apparire come una "cacciata" bensì come una scelta consapevole, per far sì che la Chiesa possa ritornare sui suoi passi per promuovere lo sviluppo sociale degli uomini e di tutti gli uomini, senza limitazioni imposte da fantasiose e selettive, ai limiti del razzismo, "radici cristiane". Il problema che si porrebbe è la successione, specialmente con le ultime nomine di cardinali che indicano più una accelerazione in avanti sulla linea tracciata da Ratzinger che un passo indietro verso la genuinità della Fede che supporta la religione. L'ombra di Bertone si fa minacciosa e sarebbe una ipotesi volta al peggio, paragonabile alla sostituzione di Berlusconi con Angelino Alfano. Non si tratta di un paragone blasfemo, ma perfettamente aderente alla cronaca attuale; l'itinerario di Ratzinger e di Berlusconi ha analogie significative, anche se, ancora, non si comprende bene chi dei due abbia imitato l'altro. In un commento di pochi mesi addietro chiusi l'argomento inerente i due vertici del potere in Italia, quello laico (Berlusconi) e quello confessionale (Ratzinger), con l'affermazione latina "Simul stabunt, simul cadent"; oggi circola l'ipotesi di dimissioni "anche" di Benedetto XVI... direttamente conseguenziali con quelle precedenti del cavaliere ?
Rosario Amico Roxas
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