Venerdì, 10 maggio 2024 - ore 01.40

Tamoil. Un accordo bidone

I radicali organizzano un presidio di protesta davanti al tribunale di Cremona

| Scritto da Redazione
Tamoil. Un accordo bidone

Il testo del volantino distibuito. 2 APRILE 2011- 2 APRILE 2014:  UN ACCORDO BIDONE! ECCO TUTTI GLI IMPEGNI DISATTESI DOPO TRE ANNI DALLA FIRMA DELL'ACCORDO TRA TAMOIL-ENTI LOCALI-SINDACATI “La Tamoil ha presentato il progetto per la Messa in Sicurezza Operativa delle aree interne e la richiesta per la dismissione degli impianti di raffinazione” La dismissione degli impianti NON E' ANCORA STATA EFFETTUATA. Solo nel novembre 2013 è stata autorizzata la procedura per la messa in sicurezza operativa. “Tamoil si impegna a bonificare gli impianti, suolo, sottosuolo e acque sotterranee impattate dall'attività industriale” Sulla base del progetto approvato il 7.11.2013 presso il Ministero dello S.E. la Tamoil NON E' TENUTA AD ALCUNA BONIFICA del proprio sito in quanto la trasformazione della raffineria in deposito, con proseguimento dell'attività produttiva, non comporta l'obbligo di procedere contestualmente alla bonifica. “Tamoil continuerà nelle opere di ripristino ambientale nelle aree rivierasche a sud del confine del proprio sito” Il ripristino ambientale in corso (che non è una bonifica vera e propria) interessa soltanto l'area della società Bissolati. E' bene ricordare che l'attivazione della barriera idraulica da parte della Tamoil è avvenuta, con grave e colpevole ritardo, ben 6 anni dopo l'autodenuncia del 2001. “L'obiettivo centrale di Tamoil è la ricerca di soluzioni che diano certezze occupazionali ai lavoratori in forza presso la società al 31.12.2010” Su un totale di 270 dipendenti, solo 70 hanno mantenuto il posto di lavoro. Una cinquantina di dipendenti ha avuto salvaguardato il diritto al pensione, mentre per un'altra cinquantina di ex dipendenti il diritto alla pensione è ancora a rischio. Per tutti gli altri, dal 1° gennaio 2014, è scattata la mobilità. “Tamoil si impegna a favorire il riutilizzo produttivo delle aree dismesse e bonificate e non utilizzate per le attività di deposito” NESSUN RIUTILIZZO PRODUTTIVO E' STATO FINORA  MESSO IN ATTO!

“Tamoil si impegna al progetto di industrializzazione sviluppando proprie iniziative industriali allo scopo di recuperare in tempi brevi le potenzialità lavorative perse a seguito della conversione della raffineria a polo logistico”

NESSUN PROGETTO E' STATO FINORA PRESENTATO! CONCLUSIONE: l'accordo Tamoil, firmato 3 anni fa dalle istituzioni locali governate dal centrodestra, ma sotto la regia dei parlamentari cremonesi del Pd e con la benedizione della triplice sindacale, si sta rivelando sempre più un ACCORDO BIDONE. Un intero sistema politico, istituzionale ed economico, ancora una volta, si è genuflesso davanti alla multinazionale libica anziché difendere i diritti e gli interessi della comunità cremonese. Senza aver ottenuto garanzie concrete, la città sarà esposta in futuro alle scelte strategiche della holding Oilinvest, proprietaria della Tamoil. Se la proprietà libica deciderà - per sopraggiunte e diverse scelte industriali/commerciali - di chiudere il deposito di Cremona, gli attuali interventi di messa in sicurezza delle aree interne ed esterne al sito saranno fortemente a rischio e nessun soggetto pubblico sarà poi in grado di accollarsi i costi enormi della bonifica delle aree devastate dall'inquinamento.

Associazione radicale Piero Welby – Cremona

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