Domenica, 19 maggio 2024 - ore 15.59

Terapia elettroconvulsivante o elettroshock?

Cambia il nome ma non la violenza

| Scritto da Redazione
 Terapia elettroconvulsivante o elettroshock?

Verso la fine degli anni ‘30 Ugo Cerletti, uno psichiatra italiano, si trovava a passeggio per le vie di Roma e decise di fare una visita al macello. Gli animali ricevevano una forte scossa elettrica e poi crollavano in preda a convulsioni o restavano in piedi, inebetiti, e non opponevano resistenza, lasciandosi sgozzare. Cerletti rimase letteralmente folgorato e inventò una nuova terapia. Il 15 aprile 1938 provò la sua invenzione sul primo essere umano. La pratica si diffuse in tutto il mondo. La tecnica fu poi perfezionata dal suo delfino, Lucio Bini: non un singolo elettroshock ma una serie di scariche settimanali mirate, nelle parole del luminare, ad "ottenere uno stato di confusione mentale che può essere spinto fino all’annullamento quasi completo della vita psichica".

Negli anni 50 e 60 uno psichiatra di Collegno, tale prof. Giorgio Coda, fece largo impiego dello shock anale. In particolare faceva elettroshock lombopubici ai bambini enuretici (quelli che si fanno la pipì addosso di notte) e adulti alcolisti. La scossa (ovviamente, pubica) è stata usata anche per curare lomosessualità. Gli unici a non credere alla favola della terapia erano proprio coloro che ne avrebbero dovuto beneficiarne ma, invece, urlavano e imploravano di smettere. La pratica era parecchio invasiva e provocava danni, spesso permanenti. Per non parlare di ossa e denti rotti e dei casi di morte (il referto medico poi diceva "arresto cardiaco").

SOLDI FACILI

A seguito dei numerosi incidenti, l'elettroshock cadde presto in disuso, ritenuto dai più inutile e dannoso. Sino a quando un preciso motivo economico ne ha favorito la rinascita negli USA e, da lì, nel resto del mondo. La maggior parte delle prestazioni psichiatriche si svolgevano in regime ambulatoriale, senza degenza. Gli psichiatri trovarono il modo di classificare l'elettroshock come "intervento", al quale era poi possibile aggiungere qualche giorno di degenza: molto remunerativo. Uno psichiatra statunitense che procuri 3 scosse settimanali a cinque pazienti (poche ore di lavoro alla settimana) arriva a guadagnare facilmente 300.000 euro all'anno, solo con questo.  In Italia i guadagni sono minori, ma sempre facili.

L’USO COME STRUMENTI DI TORTURA

Nel seguito l’elettroshock, mascherato da terapia, è stato usato per anni come strumento di tortura destinato a tener buoni i pazienti dei manicomi. Due libri ne parlano per esteso: "La fabbrica della follia" e il toccante diario di Alda Merini "L’altra verità". L’uso punitivo e coatto dell’elettroshock continua in altri paesi ma è formalmente cessato in Italia. Per dargli un’apparenza accettabile e pseudomedica è stato ribattezzato ECT - Terapia Elettroconvulsivante - spacciata dai sostenitori della scossa come pratica sicura ed efficace, somministrata a pazienti cosiddetti consenzienti. Cerchiamo di capirne di più.

LA VERSIONE UFFICIALE

La pagina di Wikipedia dedicata all’elettroshock - evidentemente scritta da persone pro-scossa - è ricca di commenti positivi. Ci spiega che lo scopo della terapia è d’indurre convulsioni, ma ammette che " Nonostante il gran lavori di ricerca, l’esatto meccanismo di azione della TEC non è conosciuto". Uno strumento di tortura, originariamente inventato per rincitrullire gli animali da macello, il cui meccanismo di azione è per giunta sconosciuto, miracolosamente si trasforma in uno strumento terapeutico? Difficile da credere, ma tant’è: non tanti decenni fa si riteneva che le convulsioni indotte da shock insulinico fossero anch’esse terapeutiche.

Sempre secondo Wikipedia "Le convulsioni indotte (dallECT) sono più intense di quelle prodotte durante una crisi epilettica. L’induzione di adeguate convulsioni generalizzate è necessaria per produrre l’effetto terapeutico (!). Terminate le convulsioni si ha un periodo di tempo durante il quale lattività corticale è sospesa e il tracciato elettroencefalografico è piatto. Alcuni psichiatri oppositori della TEC affermano che questa fase equivalga alla morte cerebrale e sia causa d danno cellulare, tuttavia non esistono prove certe al riguardo. Al risveglio i pazienti non hanno alcun ricordo delle convulsioni e dei momenti precedenti la sessione." Ma va?

I FATTI

Oggi la ECT viene praticata sotto anestesia, con ulteriore iniezione di un rilassante muscolare per impedire la rottura di ossa e denti. Consiste tipicamente in scariche elettriche con voltaggio da 180 a 460 volt e provoca un fortissimo attacco convulsivo (identico a un attacco di epilessia, ma più forte). Durante queste convulsioni il cervello aumenta il suo metabolismo del 400%. Aumenta anche il flusso sanguigno (del 400%) e la pressione sanguigna locale (+ 200%). Lo shock danneggia la barriera emato encefalica, uno strato protettivo che impedisce ad alcune sostanze nocive di arrivare al cervello. L’equilibrio biochimico del cervello viene alterato: viene inibita la sintesi di proteine, di RNA, compaiono livelli abnormi di alcuni neurotrasmettitori e di alcuni enzimi. Compaiono infine elevati valori di acido arachidonico, in grado di danneggiare i vasi sanguigni del cervello stesso.

Sebbene l’autore dell’articolo elogiativo su Wikipedia non spieghi come mai le convulsioni dovrebbero avere un qualsivoglia effetto terapeutico, si sente comunque autorizzato a definire quale sia il voltaggio consigliato per ottenerlo: una volta e mezza la soglia delle convulsioni. "Di solito circa 800 milliampere o svariate centinaia di watt per una durata variabile tra uno e sei secondi". Questo corrisponde a un’energia di diverse centinaia di joule- l’energia necessaria a sollevare di un metro un peso di qualche quintale o, se preferite, diversi pugni di Mike Tyson!

Un tale rilascio di energia in un tempo così ridotto non può non danneggiare il tessuto cerebrale, con moltissime piccole emorragie cerebrali. Le emorragie sono la più comune causa di morte per elettroshock, anche se poi sui referti medici parlano di arresto cardio circolatorio. Emorragie e innalzamento di pressione causano edemi. L’uso di anestetico e miorilassante annulla la percezione di dolore, ma non cambiano di una virgola gli effetti di una scarica elettrica sul tessuto cerebrale. Questi danni sono tali da potere essere rilevati anche tramite autopsia: osservando il cervello di chi ha subito una serie di elettroshock si nota una riduzione di massa cerebrale - come quella osservabile in alcune forme di demenza.

La norma tecnica IEC 60479-1 "Effetti della corrente su umani e animali" stabilisce la soglia di pericolosità a 120 volt e 500 milliampere - indipendentemente dalla durata temporale. Lelettroshock (o ECT, che dir si voglia) è ampiamente al di sopra di questa soglia – a volte più del doppio!

EFFETTI COLLATERALI

L’anestetico e il rilassante muscolare inibiscono il dolore e impediscono la rottura di ossa, ma ovviamente non cambiano la sostanza. E ancora Wikipedia a informarci sugli effetti collaterali. Amnesia retrograda (perdita di memoria di eventi precedenti la scossa) molto marcata per eventi accaduti poche settimane o mesi prima del "trattamento", a volte si estende anche a un periodo di anni, ma questi vengono poi recuperati dalla memoria, mentre gli eventi immediatamente precedenti rimangono per sempre oscurati (proprio come dopo un pugno di Mike Tyson).

Amnesia anterograda (memoria di eventi successivi al trattamento). Si estende al periodo immediatamente successivo (ancora, come un pugno di un peso massimo).

In realtà, gli effetti dannosi dellECT sono molti di più, ma vengono spacciati come terapeutici. Segnaliamo: confusione (anche seguita da delirio), diminuzione della capacità cognitive. I danni cerebrali (spacciati per miglioramenti) spesso causano un’euforia iniziale (eufemisticamente chiamata "miglioramento dell’umore") seguito da vari gradi di apatia, indifferenza, docilità e spegnimento emotivo: un'incapacità di sentire o esprimere tristezza (spacciata come "miglioramento" e guarigione dalla depressione!).



 CONSENSO INFORMATO

 E vero che, salvo casi isolati, lECT viene applicata in occidente su pazienti consenzienti, dopo un cosiddetto consenso informato. Ma ci si domanda quanto informato sia questo consenso. Ai pazienti viene spiegata la verità sulla perdita di memoria? Viene spiegato coso sono e cosa fanno 800 milliampere? Viene loro fatto vedere un filmato di 800 milliampere che passano attraverso il cervello di un animale? Viene loro detto che al termine della terapia (che può prevedere dozzine di applicazioni) rischiano di "ottenere uno stato di confusione mentale - fino all’annullamento quasi completo della vita psichica" - e ritrovarsi come dei quasi-zombie: incapaci di emozioni (negative o positive) e "guariti" dalla depressione semplicemente perché non ricordano più il motivo per cui erano tristi ?

PETIZIONE

Il CCDU, Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, sta promuovendo la raccolta di firme per vietare in Italia questa pratica barbara antiscientifica.  Firma anche tu: https://www.ccdu.org/ect/petizione



Fonte: Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus

 

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