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TRAGEDIE E CULTURA | M. Superti

| Scritto da Redazione
TRAGEDIE E CULTURA | M. Superti

Non possiamo, non vogliamo, non è opportuno aggiungere nulla alla parola “ vergogna”  pronunciata da Papa Francesco.
Ma l’uomo della strada si deve chiedere il perché si possano verificare fatti e misfatti che la storia umana registra e poi spesso accantona : ma non può dimenticare.

L’uomo della strada si chiede se , a monte della sua cultura ci stiano fatti ed insegnamenti ( o mancati insegnamenti) che hanno determinato , direttamente o per derivazione, il succedere di fatti anche gravi.

La cronaca impietosa ( ma anche doverosa) ci sottopone immagini che nessuno avrebbe mai voluto vedere.
Assistiamo, quasi impotenti , alle migrazioni di popoli che , a casa loro, trovano solo distruzione e guerre.

Ma non sappiamo bene cosa fare. O meglio lo sappiamo ma non lo facciamo: il che è anche peggio.

In un passato non molto lontano siamo andati a casa loro ( es: il corno d’Africa) ed abbiamo seminato la morte  anche con  mezzi proibiti , il gas mortale ( nessuno si ritenga estraneo) .

Altri popoli sono ancora colpiti da questo dispensatore di morte atroce ( e solo da poco il problema viene affrontato).

Ma quando qualcuno delle popolazioni colpite si azzarda a sbarcare sui nostri lidi , viene trattato come intruso ed anche “internato”  per accertamenti.

In Italia sappiamo bene cosa è successo: una legge inadeguata non concede nulla o poco , nel tempo, a chi cerca rifugio dalla persecuzione in patria.

Ma anche l’Europa non scherza: una legislazione di dubbia efficacia impone che il richiedente asilo sia “trattato” solo nel paese in cui approda.

Non si tien conto che molti  migranti cercano subito il collegamento con parenti  già presenti e sistemati in aree del Nord Europa.

E torno a ripetere :  non è che in questi ultimi anni  abbiamo lasciato emergere le equazioni “ immigrato=clandestino” “immigrato=delinquente” “ immigrato= diversamente uomo”..??

Si è imposta una cultura passata ed anche propagandata per  indefinibili progetti politici.

E per concludere: pochi sanno che l’Italia e L’Europa, nei prossimi 50 anni avrà bisogno di almeno 200 milioni di persone attive per il riequilibrio della sua popolazione.

Popolazione altrimenti destinata  alla lenta decadenza demografica, ma non solo.

Potrebbe sembrare un ragionamento cinico, ma è solo una constatazione derivante da studi  a vari livelli  di diverse discipline.

Infine :  non vi dice nulla che sui barconi della morte trovino posto molte donne, anche incinte, bambini  e  uomini in giovane  età.??

Noi invece siamo diventati un popolo “ vecchio”  perseguitato dalla recessione materiale e morale.

Una nota consolante: almeno il  dieci per cento degli introiti  dell’INPS proviene da versamenti connessi al lavoro di immigrati.

E contribuiscono al pagamento anche della nostra pensione.

Ma a molti non basta.

Forse li vorrebbero   solo schiavi.

MARIO SUPERTI , CREMONA

2013-10-03

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