Con un comunicato congiunto, Greenpeace, Legambiente e Wwf intervengono sull’esito positivo delle Valutazioni di impatto ambientale (VIA) approvate nelle scorse settimane dal ministero della transizione ecologica e che riguardano alcuni rinnovi di concessioni di coltivazione per l’estrazione di idrocarburi, alcuni progetti di messa in produzione di pozzi già realizzati e la perforazione di nuovi pozzi in aree di coltivazione già autorizzate, e sottolineano che «Il problema sia a monte, come più volte evidenziato dalle associazioni ambientaliste nel passato, e non a valle di procedimenti tecnici come la VIA».
Gli ambientalisti dicono che «Manca infatti in Italia una legge analoga a quelle approvate in Francia e, recentemente, in Danimarca (uno dei maggiori produttori di petrolio della Ue) che stabilisca un chiaro termine ultimo di validità delle concessioni di coltivazioni in essere e che preveda, di conseguenza, un fermo di tutte le attività ad esse correlate oltre che un fermo delle autorizzazioni per nuove attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi».
Per le tre organizzazioni ambientaliste, «Queste nuove autorizzazioni non vanno proprio bene seppur riferite a procedimenti in corso da anni. Ora più che mai ci attendiamo misure e atti concreti dal Governo per una emancipazione definitiva dalle fonti fossili del nostro Paese dotandoci da subito di una exit strategy dalle trivellazioni, investimenti per una svolta davvero verde – grazie anche alle risorse del Next Generation EU – e non lo svincolo di permessi per le fossili».
Per rispettare gli obiettivi dell’European Green Deal Greenpeace, Legambiente e Wwf chiedono alle forze politiche di governo «Una scelta di campo chiara, netta e coerente con l’obiettivo europeo del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050».