Un antico fossile di pesce Elpistostege trovato a Miguasha, in Canada, ha rivelato nuove intuizioni su come la mano umana si è evoluta dalle pinne dei pesci. Nello studio “Elpistostege and the origin of the vertebrate hand”, pubblicato su Nature da un team di ricercatori australiani dell’università di Flinders e canadesi dell’Universite du Quebec – Rimousk si sottolinea che il fossile rappresenterebbe il legame evolutivo mancante tra un pesce e un tetrapode, cioè la transizione verso la deambulazione terrestre, visto che, milioni di anni fa, durante il tardo Devoniano, frequentava sia bassi fondali che la terra emersa durante il tardo devoniano.
L’Elpistostege era il più grande predatore che circa 380 milioni di anni fa viveva in un habitat da bassa marea ed estuari delll’attuale Quebec. Aveva la bocca irta di potenti zanne affilate e quindi avrebbe potuto nutrirsi di molti dei più grandi pesci estinti trovati fossilizzati negli stessi depositi.
Inizialmente l’Elpistostege era stato classificato solo grazie a una piccola parte superiore del cranio trovato nelle scogliere fossilifere del parco nazionale di Miguasha, nel Quebec, e descritto nel 1938 come appartenente a uno dei primi tetrapodi. Un’altra parte del cranio di questa enigmatica bestia fu trovata e descritta nel 1985, dimostrando che in realtà era un pesce evoluto. Il notevole nuovo esemplare completo di Elpistostege è stato scoperto nel 2010. Si tratta del fossile di un pesce lungo 1,57 metri e per la prima volta un fossile di pesce mostra lo scheletro completo del braccio (pinna pettorale) in un pesce elpistostegalo. Il team per analizzare il fossile ha utilizzato high energy CT-scans scansioni CT e così lo scheletro della pinna pettorale ha rivelato la presenza di un omero (braccio), raggio e ulna (avambraccio), le file del carpo (polso) e le falangi (dita).
Uno degli autori dello studio, John Long del College of science and engineering della Flinders University – Adelaide ha spiegato che quella presebntata su Nature è «La scoperta di un esemplare completo di un pesce simile a un tetrapode, chiamato Elpistostege, che rivela straordinarie nuove informazioni sull’evoluzione della mano dei vertebrati. Questa è la prima volta che scopriamo inequivocabilmente dita all’interno di una pinna in qualsiasi pesce conosciuto. Le ossa articolate nella pinna sono come le ossa delle dita che s trovano nelle mani della maggior parte degli animali. Questa scoperta spinge indietro l’origine delle dita dei vertebrati a livello dei pesci e ci dice che la struttura della mano dei vertebrati si è inizialmente sviluppata in profondità nell’evoluzione, appena prima che i pesci lasciassero l’acqua».
L’evoluzione dei pesci in tetrapodi – vertebrati a quattro zampe di cui fanno parte gli esseri umani – è stato uno degli eventi più significativi della storia della vita sulla Terra. E’ così che i vertebrati (animali con le articolazioni) furono quindi in grado di lasciare l’acqua e conquistare la terra. Per completare questa transizione, uno dei cambiamenti più significativi è stato l’evoluzione di mani e piedi.
Per comprendere l’evoluzione da una pinna di pesce in un arto di un tetrapode, i paleontologi studiano i fossili di pesci con pinne a lobi e i tetrapodi del Medio e Alto Devoniano (393–359 milioni di anni fa) noti come “elpistostegalians” e che includono il noto Tiktaalik del Canada artico, conosciuto solo da esemplari incompleti.
Il principale autore dello studio, Richard Cloutier dell’Université du Québec – Rimouski sottolinea che negli ultimi 10 anni i fossili che dimostrano la transizione da pesce a tetrapode «hanno contribuito a farci comprendere meglio le trasformazioni anatomiche associate alla respirazione, all’udito e all’alimentazione, poiché il loro habitat era cambiato dall’acqua alla vita sulla terra. L’origine delle mani si riferisce allo sviluppo della capacità del pesce di sostenere il suo peso in acque poco profonde o per brevi spostamenti a terra. L’aumento del numero di piccole ossa nella pinna consente con diversi piani di flessibilità di distribuire il suo peso attraverso la pinna. Le altre caratteristiche rivelate dallo studio riguardano la struttura dell’osso del braccio o dell’omero, che mostrano anche caratteristiche presenti che sono condivise con i primi anfibi. Elpistostege non è necessariamente il nostro antenato, ma è il più vicino possibile ad arrivare a un vero “fossile di transizione”, un intermediario tra pesci e tetrapodi».