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Un poker con “il morto”|RAR

| Scritto da Redazione
Un poker con “il morto”|RAR

Un poker con “il morto”|RAR
Inizia una partita a poker dove Matteo Renzi ha messo nel piatto le sorti sue e della nazione.
Nel tavolo con Renzi ci sono  Al Fano, Berlusconi e “il morto” che non serve a nessuno.
Risulta evidente la sproporzione, perché, in verità, è Berlusconi che gioca con due postazioni , barando platealmente; è il trucco preferito dal pregiudicato che gli ha sempre permesso di “vincere facile”.

“Il morto” passa la mano regolarmente, in attesa degli sviluppi per decidere con chi stare; rappresenta quei 101 parlamentari, gli satessi che trombarono Prodi,  che si dicono di sinistra ma circolano nelle sedi istituzionali con il cartellino del prezzo bene in vista  e la perentoria indicazione “da consumare entro il 2015”; ma la loro presenza risulta inflazionata, perché al pregiudicato non servono 101 parlamentari gliene bastano un trentina, per cui gioca al ribasso: “chi chiede meno sarà prescelto”.

In pratica Berlusconi risulta il leader del centrodestra, dove esercita la leadership con la minaccia di tagliare i viveri, e nello stesso tempo, comanda nella maggioranza di governo dove Al Fano gli fa da sponda e gli segnala le sue carte per poter decidere al meglio con quali giocare.

Al Fano chiede la vice-presidenza e il ministero degli interni, quello che comanda le forze dell’ordine … non si sa mai…. potrebbe servire ! In pratica esige  un uso di potere superiore allo stesso presidente del consiglio.  E non è finita qui, considerando che ancora Renzi non ha nemmeno ricevuto l’incarico; il bello (per modo di dire) arriverà quando prospetterà, esigendone l’approvazione, alcune leggine di sanatorie edilizie, di condoni tombali e di scudi fiscali indispensabili per salvare i fondelli al suo signore e padrone.

In mezzo c’è Renzi, ancora convinto di avere il coltello dalla parte del manico, ma si tratta di un coltello carnascialesco di gommapiuma, quello per far ridere gli ingenui, visto che ci troviamo con il carnevale incombente.

E’ un caso unico nella storia delle democrazie che un uomo solo, condannato, espulso dal Senato, con passaporto ritirato, interdetto dai pubblici uffici, contumace nel processo per la compra-vendita di parlamentari per far cadere il governo Prodi, condannato in prima istanza in un processo infamante per un capo di governo, per un capitano di industria e  per un padre di famiglia che deve testimoniare una morigeratezza di vita, si ritrovi a comandare maggioranza e opposizione nello stesso tempo.

Purtroppo la dimensione del personaggio è quella che è, e non ci meraviglia più nulla, piuttosto ci meraviglia che glielo lascino fare !

Rosario Amico Roxas

2014-02-16

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