Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 18.13

Via la politica come mestiere |A.De Porti

Di questo passo, ovvio a dirsi, si costruisce sulle sabbie mobili.

| Scritto da Redazione
Via la politica come mestiere |A.De Porti

In Italia, ahimè, siamo costretti ad assistere a situazioni che non depongono certo  a favore dell’interesse dei cittadini ma, quasi esclusivamente, nell’interesse di personaggi che, non avendo ne arte ne parte, si tuffano nel “mare magnum” della politica non già per amministrare gli altri ma per gestire se stessi.  E ciò, molto spesso, succede anche in campo sindacale, tant’è che qualche anno fa, in una prefazione di alcuni miei libri in chiave politica, scrissi :.quando la politica, ma anche il sindacato, diventano uno strumento volto a sostituire gli insuccessi del singolo individuo nei vari contesti della vita sociale, o peggio, quando questi strumenti vengono usati per delegittimare gli altri ai fini di un proprio tornaconto, allora anche la democrazia esprime concettualmente ed operativamente il significato nefasto della dittatura….., conservandone indebitamente il nome. Ora, - lo vediamo spesso anche nei vari talk-show televisivi ed in tantissimi altri spazi mediatici - questo mio pensiero che coltivo coerentemente da molti anni, trova conferma guardando certi personaggi, quasi tutti alla....Grillo, i quali, in maniera del tutto populisticamente strumentale, sbraitano condannando, per quanto riguarda il mio Veneto, i vari Galan, Chisso, Baita, il signor B. and co. ecc.ecc., omettendo di ricordare che fino a ieri erano incollati  “culo e braga” a detti soggetti della politica fino a calpestare la famiglia pur di essere al servizio di quell’illegalità che ora è venuta prepotentemente a galla. Non basta cambiare nome del partito per cancellare detta illegalità, ma sarebbe necessario pulire l’anima con…l’acido solforico, fatte salve le seppur poche eccezioni. Ciò che è grave, anzi gravissimo, come sostengo da sempre da giornalista avverso a certe modalità mediatiche volte solo a far ascolto o share, è che i conduttori di certe trasmissioni indirettamente concorrono a dare visibilità a  soggetti che non valgono un fico secco e che, così facendo, determinano un doppio danno : quello di creare star della politica che parlano a vanvera a spese della comunità,  nonché quello di dare in pasto alle fasce modeste dell’utenza mediatica delle “verità” che tali non sono, allo scopo di tenere in piedi le strutture che ospitano detti personaggi.  Di questo passo, ovvio a dirsi, si costruisce sulle sabbie mobili. Sono stato inviato più volte pure io in passato a detti talk-show ed il mio rifiuto è stato cortese ma totale in quanto: primo non sono un imbonitore mediatico non sapendo dire cose che non sento, secondo, in ossequio  anche al titolo,  avevo ed ho una seria professione.

A buon intenditor…

ARNALDO DE PORTI

 

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