Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 14.53

Via Protti. L’Anpi era contraria all’intitolazione | G.Azzoni

| Scritto da Redazione
Via Protti. L’Anpi era contraria all’intitolazione | G.Azzoni

Signor direttore, naturalmente non ho competenze in merito alle decisioni della magistratura circa la questione Aldo Protti: giustamente essa deve condurre le indagini ritenute necessarie.
Ma l’occasione mi induce a qualche considerazione.
Sulla intitolazione di una via, è noto che l’Anpi, cui mi onoro di appartenere, ebbe ad esprimersi a suo tempo in modo negativo.

Nulla ci fu da dire quando al baritono Aldo Protti, chiaramente in quanto artista.

Del tutto negativo il giudizio, invece, verso una forzatura che andava oltre ed oggettivamente si inseriva in una deriva di intitolazioni qua e là per l’Italia per personaggi del regime, alcuni dei quali pesantemente coinvolti con efferate gesta del fascismo.
E’questo che l’Italia, uscita con la Resistenza da una dittatura che si fece complice di aggressioni e razzismo, non può tollerare.
Anche se, come in questo caso, c’era l’ambiguità dell’operato artistico è evidente che si sono riaperte antiche piaghe anche sul piano umano.

Comunque sulla questione abbiamo visto documentata, in tempi recenti perché prima non era nota, la presenza di Aldo Protti ad Avigliana, zona in cui avvennero terribili rastrellamenti.

Nelle mie ricerche ho potuto visionare (e ne ho riferito nel libro sul fascismo cremonese pubblicato di recente dall’Anpi) lo «specchio della forza, dell’armamento ed equipaggiamento delle Unità territoriali» dipendenti dal comando della Guardia nazionale Repubblicana di Cremona, a firma del colonnello comandante della Gnr Tambini.
La seconda delle 7 Unità, con 153 uomini e relativi armamenti e mezzi, era dislocata ad Avigliana –imbocco della Val Susa –«a disposizione del Comando germanico di Torino» ed era considerata «per combattimento».
In effetti il fascio cremonese nel periodo della guerra di liberazione era fortemente impegnato nell’affiancare i tedeschi per i rastrellamenti.

I numerosi giovani cremonesi che erano andati in montagna come partigiani e contraddicevano in modo imbarazzante e bruciante le menzognere rassicurazioni ai tedeschi che Farinacci dava circa la totale affidabilità dei cremonesi verso gli occupanti. Tanto più quindi, per riaccreditarsi, egli doveva sentirsi in dovere di dimostrare il massimo impegno da parte delle varie formazioni fasciste localmente costituite.

Giuseppe Azzoni
(Cremona)

Precisazione.

Con preghiera di pubblicazione, grazie, Giuseppe Azzoni
Sig. Direttore, La ringrazio per la cortese tempestiva pubblicazione della mia nota sulla vicenda Protti – Avigliana. Sono tuttavia a chiederLe di dar conto di questa precisazione in merito. La rende necessaria il fatto che nel testo pubblicato sono stati operati due piccoli tagli redazionali, non segnalati coi soliti puntini. Con uno di essi si elimina una specificazione significativa data la delicatezza del tema: nel documento da me citato sul reparto di cremonesi presenti ad Avigliana non compaiono i nominativi. Il secondo taglio è meno significativo ma, troncando una frase a metà, mi fa apparire… da matita blu in grammatica. Ci terrei a dirlo per chi se ne fosse accorto. Il senso risultava egualmente chiaro, il che non rende qui necessario riprendere la frase. Grazie,

Giuseppe Azzoni
(Cremona)

2013-11-11

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