Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 02.40

Zanoni (PD): ‘Negato diritto dei cittadini a vietare la caccia in casa propria’

Pubblichiamo parte del comunicato dell’ambientalista

| Scritto da Redazione
Zanoni (PD): ‘Negato diritto dei cittadini a vietare la caccia in casa propria’

«Con 30 voti favorevoli (Lega, Lista Zaia, Forza Italia, FdI, IV, VC, Fare), 15 voti contrari (PD, Lista Moretti, M5S) e zero astenuti il Consiglio regionale ha approvato il progetto di legge n. 107, Rideterminazione del termine di validità del piano faunistico-venatorio regionale approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1, si tratta dell’ennesima proroga del Piano Faunistico Venatorio del Veneto per un altro anno»: così Andrea Zanoni. «Con 16 voti favorevoli (PD, Lista Moretti, M5S), 27 voti contrari (Lega, Lista Zaia, Forza Italia, FdI, IV) e 2 astenuti (VC, Fare) è stato invece bocciato il mio emendamento sottoscritto in aula anche da alcuni colleghi PD, M5S e VC, che avrebbe consentito di chiedere il divieto di caccia nei propri terrenia determinate condizioni. Se la Giunta regionale non riesce dopo 5 anni dalla scadenza del piano del 2007 ad approvarne uno di nuovo, almeno poteva riaprire quella finestra temporale di 30 giorni nei quali consentire ai proprietari di terreni di esercitare il diritto di legge di vietarne la caccia», prosegue Zanoni.

«Il mio emendamento, che avevo avuto cura di sottoporre all’ufficio legislativo del Consiglio, tra l’altro è l’unico emendamento presentato su questa legge, avrebbe consentito finalmente il sacrosanto diritto a richiedere il divieto di caccia nei propri terreni così come concesso dalle leggi statati e regionali succitate riaprendo quella benedetta finestra temporale di trenta giorni che l’assemblea legislativa del veneto ha chiuso in faccia ai cittadini da ben 10 anni», aggiunge Zanoni. «Le associazioni che tutelano l’ambiente e gli animali e soprattutto i possessori dei terreni agricoli, con particolare riferimento agli agricoltori e alle loro associazioni di categoria, si aspettavano che in questa ennesima proroga venisse inserita una norma che salvasse il diritto di chiedere il divieto di caccia in casa propria. Purtroppo ieri nell’aula consigliare non è prevalso il buonsenso e la maggioranza ha dimostrato di essere ostaggio di un solo ed unico consigliere seduto nell’aula, come lui stesso ama ricordare spesso, grazie ai voti dei cacciatori, negando per un altro anno un sacrosanto diritto dei cittadini veneti», si avvia a concludere Zanoni.

«Da troppi anni in Consiglio regionale del Veneto si approvano in materia di attività venatoria e tutela della fauna selvatica solo norme a senso unico. La L.R.50 del 1993 sulla caccia è stata ormai modificata una decina di volte e sempre e solo a vantaggio non dei proprietari dei terreni, non degli agricoltori, non della fauna selvatica ma solo ed esclusivamente dei cacciatori (sugli appostamenti di caccia, sui richiami vivi, sugli allevamenti dei richiami vivi ecc.). Quello che è accaduto ieri in Consiglio regionale è un fatto di una gravità inaudita che dimostra quanto la maggioranza sia poco o per nulla rappresentativa dei cittadini veneti su questa materia», chiude Zanoni.

Qui il testo completo del comunicato.

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