Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 06.45

Acqua:Trespidi(UDC) e Bazzani (Rif.Com.) polemizzano

| Scritto da Redazione
Acqua:Trespidi(UDC) e Bazzani (Rif.Com.) polemizzano

Gestione Acqua:Trespidi(UDC) e Bazzani (Rif.Com.) polemizzano
Gestione acqua: applichiamo la tariffa con il metodo del quoziente familiare.
La politica del nostro territorio necessita di un cambio di passo, occorre uscire dalle logiche di destra, sinistra, centro, maggioranza e opposizione. La gestione del Servizio Idrico Integrato ha bisogno di una soluzione adeguata, condivisa e sostenuta dai Sindaci del territorio e dalla Provincia. Va evitato nel modo più assoluto di definire la scelta del modello di gestione in modo ideologico o in semplice contrapposizione a chi in questa fase sta amministrando la Provincia. Non possiamo rischiare di far diventare la scelta l'ennesimo tormentone.

I cittadini non solo non condividerebbero ma li allontaneremmo ulteriormente dalla politica. - dichiara il Coordinatore provinciale dell'UDC Giuseppe Trespidi - Occorre superare gli slogan tipo: il referendum ha indicato che l'acqua deve essere pubblica, che la gestione deve essere pubblica, che la società mista che propone il Presidente Salini è cosa nota e vecchia, e via dicendo. Occorre definire un percorso nel quale i Sindaci vanno coinvolti e preventivamente informati. Cosa che il Presidente dell'Ufficio d'ambito Gianpietro Denti e il Presidente Salini, stando alle ultime notizie, faranno. - prosegue Trespidi - Credo però che se vogliamo uscire da un dibattito sterile e controproducente per tutti è opportuno che nell'incontro preventivo che ci sarà a fine mese ci si dia un metodo di lavoro condiviso che porti a scegliere un modello altrettanto condiviso.

Il referendum ha fatto chiarezza sulle modalità di affidamento del servizio idrico. Tre sono le modalità di gestione: in house con affidamento diretto ad una società interamente pubblica; società mista con capitale a maggioranza pubblica e socio privato scelto con gara ad evidenza pubblica; gara pubblica tout court. Ora sembra che la volontà pressoché totalitaria sia quella di escludere la gara pubblica per cui non restano che due modalità. Allora come scelta decidiamo che esploriamo entrambe e poi scegliamo quella che si ritiene più adeguata a fornire un servizio pubblico che dia garanzie di efficienza e di minor costo per i Cittadini. È in questo modo - conclude Trespidi - che possiamo aiutare i Sindaci a scegliere un modello che dia risultati postivi per i Cittadini. All'UDC va bene in particolar modo il modello in house con una società formata dai soli Comuni e dalla Provincia di Cremona. Ed è questo il modello che riteniamo dovrebbe essere esplorato come prima soluzione.

La società mista, sempre composta dai 115 Comuni e dalla Provincia, più da un socio privato scelto con gara pubblica, dovrebbe diventare la soluzione di ripiego e non la prima. In questo percorso, ho presentato un ordine del giorno, per introdurre la tariffa a livello provinciale con agevolazioni per le famiglie numerose e/o con persone disabili, per gli anziani. Chiederemo di superare il puro ragionierismo che sembra permeare le valutazioni politiche degli ultimi tempi. Come siamo contrari ai tagli lineari siamo altrettanto contrari alle tariffe e agli aumenti lineari. La politica deve dare un messaggio positivo ai cittadini cremonesi e del territorio dimostrando che sa affrontare con determinazione le situazioni di difficoltà salvaguardando civilmente e solidaristicamente la parte più debole della società. Naturalmente con i fatti e non solo con gli annunci.
Giuseppe Trespidi
UDC
Cremona 7 agosto 2011
-------------------------
Egregio direttore

Le scriviamo per commentare le dichiarazioni del coordinatore provinciale Udc Giuseppe Trespidi apparse ieri sulla stampa locale e riguardanti le modalità di gestione del servizio idrico integrato.
Dichiarazioni tipo “va evitato nel modo più assoluto di definire la scelta del modello di gestione in modo ideologico o in semplice contrapposizione a chi in questa fase sta amministrando la Provincia”, “superare gli slogan tipo il referendum ha indicato che l'acqua deve essere pubblica", con l’aggiunta della solita storiella che le modalità di affidamento della gestione sarebbero solo e soltanto tre, sono il tipico armamentario post referendario di chi non vuole proprio accettare la prima cocente sconfitta del liberismo italiano.

Vorremmo pertanto rispondere a Trespidi (che forse parla a nuora “politica” perchè suocera “terzopolista” intenda) cercando di fare un po’ di chiarezza sulla questione.

1) Iniziamo dalla fine, e cioè dalle modalità di gestione: non è vero, come si diceva, che ce ne siano solo tre; ce n'è una quarta ritornata in auge proprio grazie al successo del primo referendum sull’acqua (abrogazione del 23bis). Ci riferiamo all’Azienda Speciale e cioè un ente di diritto pubblico.
Tra l’altro a sostegno dell’affidamento ad una Azienda Speciale non ci sono solo motivi di ordine “etico” (nessuno deve fare profitti sull’acqua), ma c’è anche un motivo di ordine pratico: il ricorso ad un ente con il solo obbligo del pareggio di bilancio e che ha la possibilità di non dover sottostare a quella specie di cappio scorsoio liberista che porta il nome di patto di stabilità, è davvero l'unico considerato l'esito del secondo referendum sull’acqua riguardo l’abrogazione “dell’adeguata remunerazione del capitale investito", che, secondo la Corte Costituzionale, è esigibile immediatamente.
Come potrebbe infatti ragionevolmente sopravvivere una società di capitali che non può più remunerare il capitale investito e di conseguenza non ha più alcuna possibilità non solo di “fare profitti” (che poi era proprio l’intenzione dei referendari) ma anche di accedere al credito privato che fa, per l'appunto, della remunerazione del capitale investito il suo omnipresente mantra e la sua rassicurante garanzia?

2) Per quanto riguarda il superamento degli slogan referendari ci limitiamo solamente a sottolineare il fatto che l'acqua debba rimanere, e dove non lo è più, ritornare "completamente in mano pubblica", era non solo la “volontà espressa” dal Comitato Promotore ma soprattutto quella di 27 milioni di italiani (e 136mila cremonesi), che piaccia o no. Altro che slogan referendari.

3) Inoltre riguardo l'approccio ideologico; è la solita solfa che si sente ripetere da anni. Chi è favorevole alla gestione pubblica e partecipata dell'acqua mediante ente di diritto pubblico ha un approccio ideologico, chi invece propende sulla privatizzazione (totale, mista o pubblicista poco cambia) della sua gestione no.
E' esattamente il contrario. L'approccio ideologico è di chi vuole mantenere la gestione privatistica nonostante i guasti dimostrati e dimostrabili che questa ha provocato in tutti, e ripeto, tutti i posti dove è stata applicata, anche dove è affidata a società a totale capitale pubblico.

Non ci provino a fare i furbi. La Federazione della Sinistra sarà, come sempre, a fianco del Comitato Referebdario 2 Si per l’Acqua Bene Comune nel suo ruolo di “custode” dell’esito referendario.
Non si può impunemente ignorare, come sta cercando di fare il Presidente Salini, la volontà di 27 milioni di italiani (e 136mila cremonesi) che hanno chiaramente espresso la volontà di mantenere in mano completamente pubblica il servizio idrico integrato. Non ci faremo scippare questa splendida vittoria. E per tutelarla ci si muoverà, se necessario, non solo in ambito politico. Tutto il resto sono solo inutili chiacchiere.
Giacomo Bazzani
Coordinatore Circolo Rosa Luxembeug
PRC Cremona- Federazione della Sinistra

1365 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria