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Cave esondate a Lungavilla, ritorna l’alluvione come nel 1977

| Scritto da Redazione
Cave esondate a Lungavilla, ritorna l’alluvione come nel 1977

Lungavilla, 5 marzo 2014. Gli abitanti di via Roma, nei pressi della Stazione Ferroviaria di Pizzale-Lungavilla, sono andati a mollo. Colpa della fuoriuscita di cave che sorgono nell’area ex fornace Barbieri, utilizzate un tempo per l’estrazione dell’argilla (occupavano ben 1000 pertiche milanesi, quindi grandi bacini, non piccoli stagni!). La probabile rottura dell’argine del rio Luria ha causato la saturazione delle cave con il conseguente travaso di acqua sulle aree residenziali. Le abitazioni al pian terreno e le cantine sono state invase dalle acque tra Domenica e Lunedì, l’esondazione ha messo in crisi la rete fognaria, facendo tracimare gli scarichi. I residenti hanno subito avvisato Sindaco e Assessore all’Ambiente, i Vigili del Fuoco di Voghera e la Protezione Civile ma la situazione sembrava sotto controllo. Con l’ulteriore pioggia di Lunedì e Martedì mattina però è degenerata: a quel punto è stato necessario richiamare i Vigili del Fuoco, che sono sopraggiunti con 6 idrovore, in grado di aspirare 10.000 metri cubi al minuto. Ma ormai l’acqua aveva invaso strade e abitazioni.

“L’acqua a dire il vero proviene dalla tracimazione delle cave alimentata dai flussi che arrivano dalle colline oltrepadane. Quindi queste cave vengono riempite in continuazione e noi ci ritroviamo ad aspirare l’acqua ma con scarso risultato – ci spiega Samuele Bassanese, un abitante della zona -. In un primo momento ci eravamo limitati a posizionare alcuni sacchetti di sabbia, ma con il precipitare della situazione abbiamo dovuto fare ricorso ai mezzi meccanici. E pensare noi a chiamare i Vigili del Fuoco perché dal Comune non ci aveva pensato nessuno”. Sembra di essere tornati al 1977, quando una analoga tracimazione delle cave invase la stessa zona. “Il problema è che da allora è stato fatto ben poco: evidentemente quel disastro non ha sensibilizzato sufficientemente le autorità competenti – spiega Luisito Merli, candidato sindaco alle prossime elezioni per la minoranza consiliare -. Si poteva stilare un piano di razionalizzazione delle acque tale da consentire lo scarico non più nelle cave ma altrove. Siccome non siamo di fronte all’esondazione di uno stagno si prevede che il problema possa durare anche per diversi giorni. Hanno posizionato delle chiuse lungo la Luria per far fronte alle portate di massima piena, scaricandole nelle cave limitrofe, ma non è stato fatto nulla per scaricare le cave quando sono troppo piene. E questo è il risultato dell’ennesimo allagamento. Abbiamo subito provveduto ad avvisare la Protezione Civile, anche perché gli stessi cittadini ci hanno sollecitato, visto che nessuno aveva provveduto a chiamarli. Ma adesso occorre programmare con le autorità competenti gli interventi strutturali: allargamenti di fossati, scolmatori inesistenti, ripristino di fossi abbandonati. In parole povere bisogna rivedere il reticolo idrografico a partire dai comuni collinari a monte di Lungavilla, verificando le portate di massima piena di tutti i corsi d’acqua, in modo da prevedere con sufficiente esattezza anche i fenomeni più consistenti che ormai non sono più fatti isolati”.

C’è chi è stato costretto ad abbandonare la propria abitazione e a chiedere ospitalità ad amici e parenti, poiché erano inagibili bagno e scarichi: “Qui c’è acqua mista ad idrocarburi che galleggiano, provenienti dalle attività artigianali presenti nell’area ex fornace Barbieri. Non è possibile vivere qui perché non sono utilizzabili gabinetto, lavelli e lavabili – accusano alcuni abitanti -. I primi interventi non sono stati sufficientemente ponderati, in quanto non hanno tenuto conto che le fogne comunque non sarebbero state in grado di smaltire tutta quest’acqua. E quindi doveva essere ricercata subito la soluzione di portare l’acqua in un bacino di laminazione, uno spazio che non provocasse ulteriori danni”.

2014-03-05

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