Martedì, 14 maggio 2024 - ore 08.22

Conflitto Russia-Ucraina: anche lo sport slovacco prende posizione

| Scritto da Redazione
Conflitto Russia-Ucraina: anche lo sport slovacco prende posizione

Chi poteva immaginarsi un tale conflitto armato quando sembrava quasi fossimo tornati alla semi-libertà da un virus che ha creato e tutt’ora crea problemi alla società e al regolare corso dell’economia. Il conflitto tra Ucraina e Russia, di cui tutti stiamo seguendo i quotidiani sviluppi, sta avendo conseguenze drastiche nel mondo dello sport che ovviamente non sono comparabili alle conseguenze che il popolo ucraino sta vivendo in cerca di rifugio.

Le sanzioni per la Russia sono arrivate da tutti i fronti e da tutti i settori. Lo sport e gli eventi sportivi non sono mancati all’appello. Tante, infatti, le competizioni sportive che avrebbero dovuto avere luogo in Russia e che sono state cancellate per ovvi motivi, ma a rincarare la dose sono state anche le esclusioni da parte delle organizzazioni sportive internazionali di molti atleti russi e bielorussi.

La Slovacchia in questo contesto sta vivendo delle settimane difficili e intense, in quanto paese confinante con l’Ucraina, ospitando migliaia di sfollati e provvedendo loro cibo e un luogo caldo dove passare giorni, o forse settimane. Ed è anche per questo che ha voluto rendere chiara la sua posizione, in campo sportivo, riguardo al conflitto e schierarsi decisamente in aiuto degli ucraini.

La prima risposta arriva dalla presidente del comitato slovacco per i Giochi Mondiali Invernali in programma a Kazan nel 2023, Dominika Nestarcová, dichiarando che non invierà nessun atleta slovacco a partecipare all’evento. Queste le sue testuali parole: «A causa dell’attacco russo all’Ucraina e della guerra in corso, non invieremo rappresentanti slovacchi a nessun evento sportivo dello Special Olympics organizzato in Russia. La presidenza ha concordato all’unanimità su questa posizione».

Secondo messaggio forte lanciato a favore dell’Ucraina arriva durante la riunione del Comitato Esecutivo della EMF (European Minifootball Federation) in occasione dell’inizio del torneo che prenderà luogo a Košice, dal 4 all’11 giugno. Durante la riunione, in collaborazione con la SZMF, i membri hanno deciso di escludere la Russia dalla competizione, con la motivante dell’invio di forze armate russe in territorio ucraino e per la troppa vicinanza territoriale che avrebbe la Russia al conflitto. Sconti per nessuno, ha fatto intuire la Slovacchia. Niente sconti! in parole povere è la comunicazione che la Slovacchia ha voluto far recapitare ai vecchi cugini russi.

Ma le prese di posizione della comunità sportiva slovacca non finiscono qui. Si aggiunge alla lista anche la SFZ per quello che riguarda le partite di calcio della Nazionale slovacca. La SFZ, infatti, aderisce all’iniziativa presa dalla Federcalcio polacca, ovvero, di non disputare partite di calcio contro le Nazionali di Russia e Bielorussi in segno di “protesta” nei confronti della brutale guerra in Ucraina. Nonostante la Nazionale slovacca non abbia in programma incontri di calcio con nessuna delle due Nazioni, la SFZ ha voluto precisare il tutto con un comunicato ufficiale che potete leggere qui.

Il via vai dei comunicati che interessano il conflitto Ucraina-Russia richiama l’attenzione del SOŠV (Comitato olimpico slovacco) che ha concordato con il CIO definendo la guerra in Ucraina una chiara violazione della Tregua Olimpica stabilita dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite. Tuttavia, la SOŠV invita le associazioni, club sportivi e membri dell’intera comunità sportiva in Slovacchia, a non incolpare gli atleti di Russia e Bielorussia dell’aggressione, e non consentire ostilità e attacchi contro di loro. Allo stesso tempo, il Comitato Olimpico slovacco ha accettato i pareri del Comitato olimpico internazionale, dei Comitati olimpici europei e di molte federazioni sportive internazionali o europee, che hanno sospeso atleti russi e bielorussi in molti eventi internazionali e competizioni a lungo termine dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Poco dopo lo scoppio della guerra, i massimi rappresentanti della SOŠV, in contatto personale con il presidente del Comitato olimpico ucraino, Sergei Bubko, hanno offerto assistenza agli atleti e alle entità sportive ucraine in base alle loro attuali esigenze. La SOŠV coordinerà questa assistenza sotto gli auspici del Comitato Olimpico Internazionale, che ha già istituito un Fondo di solidarietà per assistere l’Ucraina, e in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri ed Europei della Repubblica Slovacca. Per il comunicato ufficiale qui.

Questo è quanto fatto dalle più importanti autorità sportive slovacche mentre dal resto del mondo interi paesi e aziende sportive hanno già “tagliato” legami di business importanti con la Russia. Basti pensare alla Adidas, che dal 2008 è partner della Federazione Calcio Russa, e la scorsa settimana ha annunciato la fine della cooperazione. Per citare un altro caso: la UEFA, guidata dallo sloveno ÄŒeferin, ha abbandonato il ricco accordo commerciale con la Gazprom, che da anni è presente in ogni campo da calcio e pubblicità targata UEFA.

Le ripercussioni che le aziende russe stanno subendo, e subiranno, a livello economico sono enormi, specialmente dopo i comunicati, che tutti i media aspettavano fin dall’inizio. Ovvero, i comunicati della FIFA, che esclude la Russia dal prossimo Mondiale in Qatar e quello della UEFA con la cancellazione della finale di Champions League in programma a San Pietroburgo e spostata a Parigi.

Altro evento di caratura e importanza mondiale che la Russia ha perso è il Gran Premio di Sochi. Difatti la FIA (organo supremo della Formula 1) lo ha cancellato a data da destinarsi. Sempre in tema Formula 1, il team americano della Haas, in un solo giorno ha rescisso il contratto il pilota russo Nikita Mazepin, e con il main sponsor russo UralKali, azienda chimica russa di proprietà del padre di Nikita, che intreccio direte voi!

Immaginiamo la Russia in un vortice di multe e sanzioni innescato con le sue stesse azioni e da cui difficilmente uscirà presto.

Un caso, di cui vogliamo parlarvi e che ha colpito da vicino la comunità italiana, riguarda la situazione che ha vissuto l’allenatore di calcio Roberto De Zerbi in forza allo Shakhtar Donetsk (club sportivo nella regione del Donbass). Subito dopo lo scoppio del conflitto, per alcuni giorni non è stato possibile per lui, come i calciatori brasiliani della squadra, lasciare il paese. Dopo giorni di contatto con l’ambasciata italiana e le continue telefonate con la FIGC accompagnato dal supporto della Uefa, De Zerbi e lo staff sono stati trasferiti in macchina dall’Ucraina fino in Ungheria dove hanno preso un volo diretto per l’Italia.

La storia di Roberto De Zerbi è solo una delle tante che molti stranieri stanno vivendo in Ucraina cercano di lasciare un paese che di garanzia, oggi, ne dà ben poche e dove il conflitto non vede una fine.

(Simone Garofalo)

650 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria