Sabato, 27 aprile 2024 - ore 05.28

Continua la mobilitazione contro la privatizzazione dell'acqua

| Scritto da Redazione
Continua la mobilitazione contro la privatizzazione dell'acqua

Referendum del 12 e 13 giugno 2011:

27 milioni di SI’ alla gestione pubblica e partecipata dell’acqua

27 milioni di SI’ per l’eliminazione dei profitti dal servizio idrico integrato

27 milioni di cittadini hanno sancito col loro voto per la prima volta nella storia della Repubblica Democratica che i servizi pubblici locali devono rimanere fuori dal mercato

 

In Provincia di Cremona 137.000 cittadini hanno votato 2 SI’ per l’Acqua Bene Comune!

 

I cittadini esigono ora il RISPETTO del voto referendario, di TUTTI e DUE i quesiti referendari.

 

In ballo non c’è solo l’ACQUA: è una questione di uguaglianza e di democrazia perché chi oggi decide di privatizzare il servizio idrico e non cancella dalle tariffe la remunerazione del capitale investito si assume anche la gravissima responsabilità di dire ai cittadini italiani che il loro voto non conta nulla, che partecipare attivamente alla vita democratica non serve a nulla, che nulla cambierà, che paradossalmente la maggioranza assoluta degli italiani conta meno del volere degli eletti (da una sola parte dei cittadini) a rappresentare tutti!

 

E’ QUANTO STA SUCCEDENDO OGGI A CREMONA.

L’Ufficio d’Ambito, ente attraverso cui l’Amministrazione Provinciale governa il servizio idrico integrato, ha scelto di privatizzare tale servizio costituendo una società mista che gestirà l’acqua di tutti per i prossimi 20 anni! Ha pure deciso di riconoscere alla detta società mista (e quindi anche al privato che ne farà parte) la remunerazione del capitale investito, remunerazione che attraverso la tariffa idrica continuerà a gravare pesantemente sulle bollette di tutti gli utenti.

Il 22 novembre i sindaci saranno chiamati a votare queste scelte, scelte fermamente volute dall’attuale Amministrazione Provinciale.

 

I sindaci poco più di un anno fa hanno già una volta respinto la decisione di privatizzare il servizio idrico tramite società mista. L’amministrazione Provinciale, sorda ad ogni voce di cautela e di rispetto, ripropone oggi lo stesso modello gestionale perché non ha mai preso sul serio quella votazione e quindi non ha mai lavorato a una proposta alternativa. Non solo: ripropone la stessa cosa scaricando tutto il peso della decisione sul parere vincolante della Conferenza dei Comuni, potendo subdolamente contare sul cambiamento della modalità di votazione che oggi in forza di una nuova norma regionale dà più valore ai sindaci dei comuni più popolosi.

Molti sindaci in un’adunanza a settembre hanno espresso la necessità di tenere conto del voto referendario, di trovare soluzioni adeguate all’esito di quella votazione, di rallentare il percorso per poter approfondire meglio la situazione, di attendere la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge regionale sui servizi pubblici, di ridimensionare gli interventi del piano d’ambito e quindi le tariffe in questa fase di crisi economica, che chiede a tutti più sobrietà.

 

Richieste e voto dei sindaci totalmente ignorati, voto dei cittadini carta straccia.

Mobilitiamoci TUTTI! Facciamo pressione sui nostri sindaci sollecitandoli a metter mano ad ogni strumento a loro disposizione per opporsi alla privatizzazione del servizio idrico e richiamandoli al rispetto del voto dei cittadini! Partecipiamo tutti alla prossima Conferenza dei Comuni il 22 novembre dalle 19, auditorium dell’AVIS in via Massarotti  a Cremona.

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COMITATO ACQUA PUBBLICA DELLA PROVINCIA DI CREMONA

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