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Convegno 130° de “la boje” Il contributo dell’associazione Zanoni di Cremona

Il convegno sui moti contadini di fine Ottocento nelle campagne Cremonesi è fissato per sabato 18 ottobre alle 15:00 (sala Cgil Cremona) ed è convocata da Cgil ed Ampi Cremona

| Scritto da Redazione
Convegno 130° de “la boje” Il contributo dell’associazione Zanoni di Cremona Convegno 130° de “la boje” Il contributo dell’associazione Zanoni di Cremona Convegno 130° de “la boje” Il contributo dell’associazione Zanoni di Cremona


130° anniversario de “la boje”1884 – 2014.Sabato 18 ottobre, alle ore 15:00, nel salone della Camera del Lavoro di Cremona (Via Mantova, 25), avrà luogo – per il 130° anniversario dei moti contadini la boje nelle nostre campagne – un convegno storico organizzato da ANPI e CGIL provinciali sotto l’egida dell’Istituto Alcide Cervi. Presiederà i lavori Maria Luisa Betri, del Comitato Scientifico per il 130° presso l’Istituto Cervi. Fabrizio Superti terrà una relazione intitolata Dai primi scioperi contadini ai moti del pane; Giuseppe Barbiani ed i processi a Cremona per i reati di sciopero e di sovversivismo. Sono previsti i contributi di Mimmo Palmieri (Attorno alla nascita della Camera del Lavoro di Cremona) e di Paolo Carletti (Le prime rivendicazioni delle donne lavoratrici nelle nostre campagne).

GIUSEPPE BARBIANI DA SPINEDA, UN PRECURSORE DEL SOCIALISMO E DELL’EMANCIPAZIONE SOCIALE.

Amarcord: i primi “bignami” dell’apprendimento di cose Fosse stato, di cosa fosse, di cosa sarebbe stato il socialismo, che mettevano in mano ai giovani neofiti della militanza socialista, venivano attinti dai giacimenti della sezione territoriale (che definire biblioteca sarebbe eccessivo) e, con maggiore dovizia, dalla disponibilità, quando avresti varcato il portone di Palazzo Manna di Via tribunali 8, della Federazione.

Una disponibilità, essenziale ma prodiga; comunque, assolutamente imparagonabile al net-work del concorrente comunista dotato, grazie al gettito delle salamelle unitarie e, con maggiore probabilità, dei generosi aiuti dei compagni sovietici, di un poderoso apparato propagandistico e formativo.

In uno scenario, in cui il confronto e l’acculturazione politica avvenivano in voce e su carta, la sinistra nel suo complesso mostrava di aver investito sull’emancipazione civile e culturale dei suoi ceti di riferimento e sulla formazione della militanza e dei quadri dirigenti.

In quell’inizio degli anni sessanta, il PSI aveva da poco iniziato la lunga marcia di distacco dalla sciagurata esperienza del Fronte Democratico Popolare e di approdo all’autonomia, propedeutica alla svolta rappresentata dall’incontro tra socialisti e cattolici.

Si era, come si vede, in presenza di una transizione impegnativa e difficile. Ed anche l’armamentario formativo risentiva della problematicità del distacco dal passato e del tentativo di navigare in mare aperto.

Per cui nella riserva bibliotecaria trovavi le new entrys sintonizzate col progetto autonomista ed i remaders del ciclo in (difficile) dismissione.

Il 1962, anno del ritiro della prima tessera della Federazione Giovanile Socialista (propedeutica, a testimonianza di quanto velocemente funzionasse a quei tempi il rawlsiano “ascensore sociale”, all’ascesa, si fa sempre per dire, al soglio della segreteria provinciale) sarebbe stato l’anno del settantesimo anniversario della fondazione del PSI.

Come anticipato, le risorse del movimento socialista di quel tempo non potevano non risentire della condizione di vaso di coccio tra vasi di metallo. Ma, in quel momento, la segreteria nenniana investì molto su quell’anniversario, paradigmatico, anche dal punto di vista dell’immaginario, della volontà di riformare la sistemazione teorico-pratica in senso riformista, mantenendolo fedele al cuore antico.

Estraiamo dai molti segni di questa volontà il film di Monicelli “I compagni”, assurto, con l’indotto delle proiezioni in tutte le sale cinematografiche della repubblica, a picco simbolico di quella volontà.

Insomma, quel quindicenne si candidava ad una bella avventura, destinata a segnare, nel bene e nel male, l’esistenza in divenire; avventura, senza la quale, tale esistenza, lo si certifica dopo mezzo secolo ed oltre, avrebbe avuto un senso relativo, molto relativo.

Ad agevolare il varco del confine del “hic sunt leones” dell’ignoto sapere avresti trovato, fortunatamente, un adeguato Virgilio: Emilio Zanoni, un ineguagliabile idealista e, soprattutto, un grande uomo di cultura. Che già dal primo approccio, con fare sornione, saggiava i tuoi rudimenti sia del pensiero politico sia della lingua latina (sul cui mantenimento nel piano di studi della media unica in itinere stava facendo, inutilmente, a sportellate nell’aula di Palazzo Madama).

Anche se inguaribilmente schivo e modesto, ti metteva tra le mani, quando chiedevi di addentrarti negli albori del movimento socialista padano e cremonese, il frutto della sua produzione. I cui capisaldi, unitamente ai contributi offerti in occasione delle periodiche edizioni della Camera del Lavoro collegate alle decadi celebrative della fondazione (insieme agli indimenticabili dirigenti Chiappani, Antoniazzi, Fogliazza), erano costituiti inequivocabilmente dalle monografie “Il movimento socialista di classe nel cremonese” del 1952 e “L’Eco del Popolo ha settant’anni” del 1960.

Dato il loro valore ideale e storico li abbiamo ripubblicati all’interno de “Il socialismo di Patecchio” del 2004. Un anno prima, in occasione del 110° della CdL (una delle prime ad essere fondata nel 1893 in Italia), avevamo avanzato analoga iniziativa al segretario Bassini, che si era dichiarato entusiasta. Purtroppo sarebbe prematuramente scomparso. Ed i suoi successori avrebbero mostrato minor interesse.

L’iniziativa del convegno organizzato per sabato 18 ottobre sulle lotte contadine dell’800 rimedia a tale neghittosità e, speriamo, possa preludere ad un recupero della valorizzazione del “come eravamo”.

Un ritorno al futuro non può, infatti, prescindere dalla piena consapevolezza del proprio passato, dei suoi splendori, delle sue ombre, delle sue potenzialità.

Nella rivisitazione dei trascorsi si incroceranno grandi ideali (non è detto siano tutti riproponibili) e grandi personaggi (apostoli, li avrebbe chiamati Zanoni) che mancano tanto oggi.

Lo storico direttore della testata bissolatiana li avrebbe approfonditi nei suoi saggi divulgativi: Leonida Bissolati, Costantino Lazzari, Giuseppe Garibotti, Enrico Ferri, Giuseppe Barbiani.

Quest’ultimo (del 1852), quasi coevo di Bissolati (del 1857), si può azzardare, sulla base della modalità di testimonianza sociale, che rappresentò uno degli anelli di congiunzione tra il ciclo antesignano ed il cambio di passo costituito dalla fondazione, nel 1892, del movimento socialista (che avrebbe lasciato alle spalle, in parte metabolizzandone la lezione, le suggestioni anarchiche e l’esperienza operaista).

Una convinta e piena adesione, quindi, all’iniziativa del convegno, organizzato dall’ANPI  e dalla Camera del Lvoro ed imperniato sulle lotte sociali del 1882-83! Un’iniziativa, dato il livello dei relatori, di indubbio valore storico.

Suscettibile, in una temperie in cui le premesse ed i traguardi di quei moti sociali sono posti sotto schiaffo da pulsioni avverse al lavoro, di interrogare le nostre coscienze civili.

L’Eco del Popolo contribuisce all’innegabile valore dell’iniziativa, pubblicando, nell’intento della messa a fuoco della figura di Giuseppe Barbiani, stralci delle pubblicazioni sopracitate e la tesi di laura sull’argomento dell’avv. Paolo Carletti, segretario provinciale del PSI.

Enrico Vidali direttore de L’Eco del Popolo

1°foto: Giuseppe Barbiani di Spineda dal 1853 al 1939- Pioniere del socialismo

2°foto: una famiglia di contadini dell’800

3°foto :La testata di un giornale contadino

Video: Intervista a Paolo Carletti sulla sua ricerca lotte contadine dell’800.

In allegato i materiali:

1° Ricerca di Paolo Carletti sulla lotte contadine dell’800.

2° Il movimento socialista di classe nel cremonese - stralcio –

3° Il socialismo di Patecchio-stralcio-

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