"Craxi fu un eretico della sinistra e la sua eresia fu il riformismo". Lo dice Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, ricordando la figura dell'ex leader socialista nel dodicesimo anniversario dalla scomparsa.
Per Nencini, Craxi "capì prima e meglio di altri che questa eresia poteva essere l'unico grimaldello per cambiare l'Italia ed avviarla verso un processo di modernizzazione politica, economica e sociale". "Egli incarnò - aggiunge - lo 'strabismo' che si richiede ai riformisti, guardando con un occhio all'oggi e con l'altro al domani e declinando in azione di governo la domanda di rinnovamento che proveniva dalla società italiana".
"Venti anni di Seconda repubblica - prosegue Nencini - hanno lasciato alle nuove generazioni un'Italia a coriandoli, ostaggio delle caste e con i partiti svuotati del ruolo di protagonisti della democrazia. L'Italia - conclude il segretario del PSI - si può rilanciare solo riprendendo quel modello: un'iniezione robusta della sinistra riformista e del liberalismo democratico di ispirazione cattolica".
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