Egregio direttore, ultimamente sul suo quotidiano ho letto lettere di cittadini ed interviste ad amministratori e commercianti, entrambe inerenti la desertificazione del centro e l’utilizzo della cultura come motore di traino per rivitalizzare la città. E’ indubbio che vi sia un calo di presenze turistiche e che lo svuotamento del centro sia un dato di fatto, ma il tutto viene da molto lontano. La ricollocazione della società nei centri commerciali è ormai definitivamente compiuta, soprattutto a causa della progressiva chiusura non solo dei negozi, ma anche dei poli culturali: chi ricorda più ciò che era il teatro Politeama, i cinema cittadini quali il Supercinema, il Corso, l’Italia ed il Padus, ed oggi, quasi a vegliare simbolicamente su queste macerie anche l’ex cinema Tognazzi quale intristito scheletro che regna sul centro cittadino? A fronte di ciò accusare l’attuale giunta di fallimento mi sembra alquanto strumentale. Tale amministrazione sta utilizzando una metodologia corretta attraverso lo strumento della «programmazione culturale partecipata » che permette lo scambio di idee tra soggetti privati ed istituzioni, preparata nel 2015 e nel 2016, replicata per questo 2017 sui seguenti temi: Monteverdi, il rapporto tra cultura, cibo, terra ed acqua, l’Europa e l’animazione museale.
Come non ricordare alcune manifestazioni di successo quali: «CremonaperUgo (Tognazzi)», le«Quattro stagioni di Cremona» con ventisei domeniche animate, «Il festival europeo delle orchestre amatoriali», «Le Acque Dotte», fino al «Festival Porte Aperte» e alla mostra su Torriani. Pertanto non solo Onde Blu e il Boccaccino in cartone. Certo sarebbe opportuno comunque fare una verifica, come amministrazione, sulla bontà degli eventi a cose concluse (...)
Andrea Ghisoni (Cremona)