La manifestazione indetta ieri, sabato 23 gennaio, promossa dai Centri Sociali "per ricordare il corteo del 24 gennaio" si è chiusa con un flop . Solo una cinquantina di partecipanti che hanno urlato slogan contro Comune, questura e CasaPound che a sua volta stava festeggiando nella sua sede di via Geromini.Una cinquantina di persone dei Centri Sociali ha sfilato in corso Garibaldi per poi essere bloccati al Cittanova.
Così hanno dischiarato alcuni esponenti dei Centri Sociali: ‘Andiamo in strada per ribadire che il covo fascista di CasaPound è ancora li al suo posto ad un anno dall’annunciata finta chiusura e e per lottare contro l’accusa di devastazione e anche per tenere viva la giornata di rivolta dello scorso anno, per dire che c’eravamo tutte e tutti’
L’ iniziativa è stata organizzata dal centro sociale Kavarna, con l’adesione del Dordoni all’’indomani della condanna a quattro anni di reclusione di quattro degli antagonisti accusati di ‘devastazione’ per la partecipazione al corteo del 24 gennaio dell’anno scorso, e proprio alla vigilia dell’anniversario di quella Lo slogan : ‘Niente è finito, la resistenza continua’. .
A differenza dell’anno scorso gli antifascisti cremonesi non hanno partecipato all’appello dei Centri Sociali che sono rimasti isolati e soli in una città blindata dei reparti speciali arrivati da Milano
Certamente si ripropone il problema della presenza in città anche del nucleo di CasaPound la cui professione di fede fascista e nazista è nota e che con la sua presenza sicuramente ferisce l’orgoglio di questa nostra città antifascista.
Molti si chiedono che senso abbia che la nostra Costituzione vieti la ricostituzione di formazioni fasciste se poi questa rete di CasaPound prolifera nelle varie città.
Il fascismo oggi si batte con la non violenza e con l’isolamento evitando di prestare il fianco anche alle più stupide provocazioni.
Ed i Centri Sociali per il quali il comune ha annullato la convenzione per l’uso di locali pubblici resteranno al loro posto?
Molti se lo chiedono ma pare che il problema della rimozione delle sedi possa diventare un grande problema di ordine pubblico che nessuno , delle forze di maggioranza e delle istituzioni (questura e prefettura ) vuole scatenare.
Gian Carlo Storti (Cremona)