Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 21.52

Decreto Profumo: fine del diritto allo studio. Studenti pronti alla mobilitazione | Alessandro Lucia

| Scritto da Redazione
Decreto Profumo: fine del diritto allo studio. Studenti pronti alla mobilitazione | Alessandro Lucia

Possiamo affermarlo con assoluta certezza: fra pochi giorni il diritto allo studio (DSU) in Italia cesserà quasi del tutto di esistere e verrà privato di senso. Infatti, giovedì si riunirà la conferenza Stato-regioni per decidere l'attuazione del nuovo decreto firmato Francesco Profumo, attualmente (e ancora per poco) Ministro dell'Istruzione, Unviersità e Ricerca del dimissionario governo Monti, che con un colpo di coda, a camere sciolte e poco prima di cadere definitivamente, sferra l'ultimo pesante attacco al DSU, in perfetta continuità con la legge 133 di Tremonti e la legge 240 della Gelmini.

Il provvedimento, che non esito a definire criminale per la sua drastica riduzione sia del numero dei borsisti, che degli importi delle borse, prevede una serie di tagli che andranno a impoverire, fino quasi a far scomparire, il concetto stesso di diritto allo studio in favore di un'università destinata solo a chi può permettersi di pagare le rette, già le terze più alte d'Europa. (fonte. www.roars.it)

Cosa prevede il decreto?

Come possiamo leggere dalla nota riassuntiva pubblicata sul sito dell'Unione degli Universitari, il provvedimento si propone di rimodulare i criteri di accesso alle borse di studio, e i criteri di merito (ovvero i crediti formativi) necessari per mantenerla. Dopo aver tagliato negli ultimi anni la massima parte dei finanziamenti statali alle università pubbliche, ora ci si propone di tagliare direttamente il numero di borse di studio e quindi, indirettamente, gli studenti che potrebbero frequentare l'università.

Vediamo come.

Viene innanzitutto abolito il sistema dei bonus di credito, che permetteva a studenti che non avessero raggiunto il limite minimo di Cfu (crediti formativi universitari) per un qualsivoglia motivo, di usufruire (una e una sola volta, in maniera non cumulabile) di un "bonus" di crediti affinché potessero usufruire della borsa.

Dopodiché si presentano alcuni punti palesemente discriminatori nei confronti di chi vuole studiare. Viene fissato un limite di età oltre il quale non si può ricevere la borsa di studio: infatti non si potrà richiedere la borsa se ci si iscrive alla laurea triennale dopo i 25 anni di età. In parole povere, se tu vuoi iniziare a studiare a 26 anni, anche se per legge avresti diritto a un sostegno economico, non lo potrai richiedere perché sei troppo vecchio per gli standard tecnici.

Inoltre vengono rimodulati al ribasso i limiti massimi di ISEE (reddito equivalente) oltre i quali non si può andare per ricevere la borsa di studio. Ma non vengono solo abbassati, vengono anche diversificati tra Nord, Centro e Sud Italia! Per questo, un ragazzo pugliese il cui ISEE è, per esempio, di 19.000 euro, per gli standard correnti potrebbe ricevere la borsa di studio in qualunque parte d'Italia, ma nel nuovo decreto, non potrebbe studiare nella sua regione, o in un'altra del sud, ma dovrebbe spostarsi al Nord per poter sperare di ricevere la borsa.

Gli importi delle borse, poi, vengono drasticamente tagliati per gli studenti in sede e pendolari. Per gli studenti fuori sede essi vengono apparentemente aumentati, salvo poi essere aumentate le detrazioni per mense e alloggi. In pratica, gli vengono dati (pochi) più soldi, ma gli vengono aumentati di uno sproposito la mensa e l'alloggio. Tutto sommato, lo studente fuori sede è quello che viene maggiormente sfavorito dalla rimodulazione delle borse, perché vedrà tagliata la sua del 45%! Alla faccia della mobilità!

Se non bastasse il taglio del numero di idonei, il taglio degli importi, i criteri discriminatori, quei pochi studenti che ricevono le borse, le riceveranno a giugno, cioè alla fine dell'anno accademico, dovendosi così sobbarcare nove mesi di università prima di potersi vedere rimborsati.

Questo è un decreto assolutamente iniquo, criminale e classista, in piena linea con l'ideologia neoliberista propugnata da tanti sedicenti esperti del sistema universitario. Se dovesse essere approvato, questo provvedimento metterà una definitiva pietra tombale sul diritto allo studio, sul diritto di accesso al sapere, quindi sull'unica possibilità rimasta di mobilità sociale.

Gli studenti dell'Unione degli Universitari sono già partiti in mobilitazione. Decine di assemblee sono state organizzate nelle università italiane. C'è poco tempo per informare tutti e bloccare un decreto che farebbe invidia alla Gelmini.

 

Alessandro Lucia

Di seguito alcuni chiarissimi documenti sull'argomento, che consiglio di leggere a tutti quelli che passeranno dal mio modesto blog:

COSA CAMBIA NEL DIRITTO ALLO STUDIO

SCHEDA SINTETICA

VIDEO ESPLICATIVO (1.40 minuti)

IMMAGINE BORSE DI STUDIO: PRIMA E DOPO IL DECRETO

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