Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 12.50

Dibattito Duda-Komorowski: un pareggio che lascia tutto come prima

Il candidato conservatore favorevole all’abbassamento dell’età pensionabile, il Presidente moderato uscente promette continuità in crescita

| Scritto da Redazione
Dibattito Duda-Komorowski: un pareggio che lascia tutto come prima

Un pareggio con squadre schierate sulla difensiva, poco fair play e tanto agonismo. Così si è svolto il dibattito televisivo tra il candidato conservatore Andrzej Duda e il Presidente uscente di orientamento moderato, Bronislaw Komorowski, trasmesso in diretta dalla televisione pubblica polacca TVP nella giornata di domenica 17 maggio.

Il dibattito, il primo dall’inizio della campagna elettorale per il ballottaggio delle Elezioni Presidenziali polacche, de facto non ha cambiato le carte in tavola, dal momento in cui i due contendenti si sono limitati a compattare il proprio elettorato.

Questa situazione, che vede i rapporti di forza precedenti al voto tra i due candidati totalmente invertiti, favorisce Duda, in testa al Primo Turno con il 34% dei consensi, e costringe Komorowski, fermo al 33% nel primo round della consultazione elettorale, ancora ad inseguire.

Duda, giovane Parlamentare Europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformatori Europei (ECR) che ha saputo evolvere il suo Partito Diritto e Giustizia (PiS) da posizioni fortemente clericali ad un conservatorismo più moderno sullo stile di quello dei Tory britannici, ha avuto un avvio incerto, ma ha poi saputo rimettersi in corsa dimostrando di avere un contatto diretto con l’elettorato.

Inoltre, Duda, che ha sottolineato come Komorowski abbia finora evitato ogni confronto pubblico, ha guardato sempre negli occhi l’avversario, costringendolo a cadere nella sua provocazione e ad alzare i toni di un dibattito che tutti i media avevano previsto essere tranquillo e pacato.

Komorowski, sostenuto dalla Piattaforma Civica, PO, la principale forza politica del Paese di orientamento moderato a cui appartengono il Premier, Ewa Kopacz, e il Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, è riuscito a cancellare l’immagine di sé come politico poco attivo in campagna elettorale, ma non ha saputo spiegare adeguatamente quanto fatto durante la sua Amministrazione, né cosa il suo programma elettorale preveda per i prossimi 5 anni in caso di rielezione.

Punzecchiato dall’accusa dell’avversario di essere un ’politico di palazzo’ lontano dalla gente, Komorowski, inoltre, ha più volte accusato Duda di essere dipendente da Jarosław Kaczynski, il Capo di PiS.

Nonostante il considerevole agonismo politico tra i contendenti, nel corso del dibattito è emersa una sostanziale differenza di vedute tra i due candidati.

Duda ha sostenuto incentivi per le famiglie con figli, sostegno alle imprese polacche, abbassamento dell’età pensionabile, supporto all’agricoltura, settore chiave dell’economia polacca, e contrarietà ad una fecondazione assistita sregolata.

Komorowski, da parte sua, ha dichiarato di volere replicare 5 anni di crescita economica, ha promesso misure per sostenere l’invecchiamento attivo, così da sostenere l’innalzamento dell’età pensionabile, ed ha promesso misure finanziarie per arginare l’emigrazione giovanile.

Anche per quanto riguarda la politica estera e di difesa, una certa differenza tra i due candidati è emersa in maniera quasi chiara. Da un lato, Duda ha sostenuto una maggiore collaborazione con NATO e Stati Uniti d’America, ed ha evidenziato la necessità di stringere una stretta alleanza interna all’Unione Europea con Lituania, Lettonia, Estonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Svezia: un nuovo Intermarium di Paesi accomunati da una medesima storia e comunanza di interessi spesso poco o non del tutto compresi da Bruxelles.

Inoltre, Duda si è detto favorevole ad armare l’esercito ucraino, ed ha dichiarato che lo scopo dell’azione diplomatica della Polonia, sopratutto presso le Istituzioni UE, deve essere il pieno ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea.

Dall’altro lato, Komorowski ha condiviso una maggiore collaborazione con la NATO, ma ha ritenuto necessario integrare ulteriormente Varsavia nell’Unione Europea per rendere la Polonia un Paese-chiave dell’UE accanto a Germania e Francia, seguendo la rotta tracciata dai Governi Tusk.

In aggiunta, Komorowski si è detto favorevole all’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea, ma ha negato l’opportunità di inviare aiuti militari per permettere a Kyiv di difendersi dall’aggressione militare della Russia di Putin.

Matteo Cazzulani, analista politico dell’Europa centro-orientale

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