Lombardia, Formigoni: non do la Regione alla Lega, il Pdl è con me
(Il Messaggero del 18 otto.2012)
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Gli impegni assunti sono tanti e tutti di alto profilo, per cui il cambiamento di impostazione politica provocherebbe alterazioni che potrebbero sforare in fallimenti a catena, ben più gravi di un effetto domino. Intanto la presenza della ndrangheta, infiltrata nelle sedi istituzionali, è diventata un fatto compiuto che, ormai, non può più essere trascurato. Non si tratta della ndrangheta dei boschi della Sila; quella ha una sua valenza romantica, quella attuale guarda ben oltre il romanticismo, guarda alla componente finanziaria dall’alto dei salotti buoni della Milano da bere: non può più essere messa da parte come un parlamentare trombato. Questo Formigoni lo sa bene, anche perché rientra nella progettazione più ampia di un esercizio di potere che coinvolge le grandi banche come la Lgt Bank di Vaduz, la Bsi di Zurigo, la Beirut Ryad Bank, la BarclaysBank di Londra e la Ing Bank di Amsterdam, l’alta finanza, la Compagnia delle Opere, il Vaticano, l’expo 2015 con relativi appalti, corruttori e corrotti, il tutto con la centralità del “celeste” che si sta adoperando per la materiale unificazione delle varie Compagnie delle Opere regionali in una unica struttura affiancata a Comunione e Liberazione con il medesimo celeste alla presidenza e in grado di mettere le mani anche sul soglio di Pietro con l’arcivescovo di Milano Angelo Scola.
Un programma ad ampio raggio d’azione che relega i progetti piduisti berlusconiani al rango di un “assalto alla diligenza” da parte di un fallimentare apparato di peones.
Rosario Amico Roxas