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GAS: LA POLONIA IN PRIMA FILA PER L'INDIPENDENZA ENERGETICA UE

| Scritto da Redazione
GAS: LA POLONIA IN PRIMA FILA PER L'INDIPENDENZA ENERGETICA UE

Varsavia annuncia un investimento di 1,1 Miliardi di Euro per la realizzazione di gasdotti dal rigassificatore di Swinoujscie a Repubblica Ceca, Slovacchia e Ucraina. Il piano, cofinanziato dalla Commissione Europea, necessario per la diminuzione della dipendenza dell'Europa dalla Russia.

 

Uno dei Paesi più fortemente dipendenti dal gas della Russia guiderà il processo di indipendenza energetica dell'Europa dalle forniture di oro blu di Mosca. Nella giornata di martedì, 12 Febbraio, la Polonia ha approvato un investimento di 1,1 Miliardi di Euro per la realizzazione di 940 chilometri di gasdotti per collegare il rigassificatore di Swinoujscie ai sistemi infrastrutturali energetici di Slovacchia, Repubblica Ceca e Ucraina.

 

Come riportato alla agenzia AFP dalla Portavoce della compagnia Gaz System, Malgorzata Polkowska, l'investimento, coperto per un terzo dalla Commissione Europea, è finalizzato alla diminuzione della dipendenza della Polonia e del resto dei Paesi dell'Europa Centrale dalle forniture di gas della Russia, da cui la regione dipende mediamente per l'80% del fabbisogno complessivo.

 

Il gas liquefatto importato da Qatar, Norvegia, Egitto e Stati Uniti d'America sarà rigassificato nel terminale di Swinoujscie, in fase di realizzazione, e, grazie alle infrastrutture preventivate, permetterà a Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia di diversificare le fonti di approvvigionamento di oro blu.

 

L'iniziativa della Polonia rappresenta una risposta alla recente espansione della Russia nei mercati energetici dell'Europa Centrale. Con la realizzazione del gasdotto Gazelle, Mosca ha reso la Repubblica Ceca il principale Paese di transito verso Francia e Slovacchia del carburante che il Cremlino esporta direttamente in Germania tramite il Nordstream.

 

Questa conduttura, dalla portata di 55 Miliardi di metri cubi di gas all'anno, è stata realizzata nel 2012 sul fondale del Mar Baltico per permettere alla Russia di rifornire di oro blu direttamente la Germania, bypassando Paesi UE come Polonia e Stati Baltici.

 

Una soluzione anche per Kyiv

 

Il piano della Polonia consente inoltre una possibile soluzione della situazione dell'Ucraina: Paese alla disperata ricerca di fonti di approvvigionamento di gas alternative a quelle della Russia, che pretende da Kyiv il pagamento di condizioni onerose.

 

Fallito il via libera alla costruzione del rigassificatore di Odessa -infrastruttura da cui l'Ucraina avrebbe importato gas liquefatto da Qatar, Azerbaijan, Libia, Egitto ed Algeria- a causa della firma da parte del Governo ucraino dei contratti con un esponente non autorizzato dalla compagnia spagnola Natural Gas Fenosa, Kyiv ha ripiegato sull'acquisto di 55 Milioni di metri cubi di gas russo per tre mesi dalla Germania attraverso i gasdotti della Polonia.

 

La costruzione del rigassificatore di Swinoujscie, e la sua messa in comunicazione con il sistema infrastrutturale della Slovacchia -Paese che si è detto disponibile a veicolare gas diretto in Ucraina proveniente da ovest- rappresenta per Kyiv una soluzione all'isolamento energetico causato dalla crisi con la Russia.

 

In aggiunta al piano del gas, l'Ucraina è isolata anche a livello politico in seguito agli arresti predisposti dal Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, nei confronti di una decina di esponenti di spicco dell'Opposizione Democratica, tra cui l'ex-primo Ministro Yulia Tymoshenko: guida nel 2004 del processo democratico ucraino passato alla storia come "Rivoluzione Arancione".

 

Oltre che per il regresso democratico, il Presidente Yanukovych è fortemente criticato da UE, USA, ONU, NATO e dalle principali ONG internazionali indipendenti per avere represso la stampa libera, falsificato le ultime Elezioni Parlamentari e Amministrative, ed avere accentrato nelle sue mani ampi poteri che la Rivoluzione Arancione aveva consegnato al Parlamento.

 

Matteo Cazzulani

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