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Gioco d’azzardo: il conto della serva |RAR

| Scritto da Redazione
Gioco d’azzardo: il conto della serva |RAR

C’è ben poco da commentare, i numeri si commentano da soli e bastano largamente per identificare l’Italia come uno Stato biscazziere, che non tiene in alcun conto i reali interessi dei cittadini, anzi, cerca tutti i modi per spremerli all’osso, adescandoli con promesse da sogno e sottraendo dal circuito economico della nazione una cifra incredibile, che va a finire nelle tasche dei soliti finanzieri d’assalto che hanno ottenuto  le licenze per gestire e  sfruttare la più deleteria malattia con un ignobile mercimonio.

Il circuito del gioco d’azzardo nel 2013 ha toccato  un fatturato di 100 miliardi di euro; ogni euro 2.000  delle vecchie lire… fate voi il conto perchè non sono capace.

Si dirà che lo Stato incassa le tasse…! Manco per idea, non c’è organizzazione industriale, artigianale, professionale che gode dei livelli fiscali come il gioco d’azzardo, con le diaboliche macchinette mangiasoldi, mentre gettano nel lastrico i poveri diavoli, deboli di carattere, che cadono nel circuito perverso della ludopatia, che porta  nelle grinfie degli usurai e da lì alle organizzazioni malavitose.

!00 miliardi di euro, inseriti nel circuito economico, potrebbero incrementare i consumi e soddisfare i bisogni, in un circuito virtuoso che genererebbe posti di lavoro,  mentre lo Stato incasserebbe il minimo del 20% di IVA, cioè 20 miliardi, sufficienti per diminuire il carico fiscale, annullare l’IMU e realizzare una politica produttiva a vantaggio dei giovani e dei meno giovani che hanno perso il posto di lavoro, molti dei quali hanno già scelto la via del suicidio.

Come ha ben evidenziato Tony  Zermo in un corsivo su La Sicilia del 15 gennaio, il conto della serva è il seguenbte:

  • Il Bingo paga l’11% degli incassi
  • le slot machine pagano il 13%
  • Le video lotterie il 5%
  • Mentre i giochi on line, come il poker, pagano il 3%.

E’ accaduto che molti esercizi dove insistevano le macchinette non erano collegate con il Centro del Fisco; scoperto l’inghippo di tale evasione la Corte dei Conti ha emesso una sentenza con la quale condannava i gestori a pagare una multa di 900 miliardi di euro; ma la politica ha fatto il resto, abbassando la multa, prima, a 9 miliardi, quindi a un solo miliardo, frino ad arrivare a 600 milioni, che gli stessi gestori non intendono pagare. Le società di gestione, con in testa la Mondadori (una volta seria casa editrice, ridotta, nella mani del clan Berlusconi, ad essere una società meretrice che sfrutta il vizio e le debolezze.

Le medesime società hanno in Parlamento i loro capibastone, che impediscono ogni iniziativa per alzare le aliquote o per regolamentare con severità il gioco d’azzardo.

Così un’azienda produttrice che dispensa lavoro, paga oltre il 40% di tasse, mentre quest’attività parassitaria che nulla produce, se non disperazione, gode di tutti i benefici possibili e  immaginabili.

Tale volume di denaro non viene nemmeno investito in attività produttive, al contrario, viene esportato all’estero, in attesa di un nuovo scudo fiscale che ne renda anonimo il possesso.

Ovviamente la parte del leone la fanno le organizzazioni criminali, le varie mafie che pullulano in Italia.

Abbiamo avuto governi liberisti che hanno sfruttato la situazione inserendosi nel circuito del gioco, come la Mondadori e non solo; oggi abbiamo un governo senza attributi  (altro che palle d’acciaio, vero Letta… Enrico ? ) che non osa nemmeno parlare di una regolamentazione in merito, perché Al Fano, fedele servo del solito padrone, farebbe cadere il governo.

Ma allora che cada questo governo, con la speranza che ne arrivi uno che le palle le abbia davvero.

Rosario Amico Roxas

2014-01-15

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