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GRECIA E TURCHIA SI CONTENDONO IL GAS DI ISRAELE

| Scritto da Redazione
GRECIA E TURCHIA SI CONTENDONO IL GAS DI ISRAELE

Il Ministro dell'Energia greco, Ioannis Maniatis, supporta la realizzazione del Corridoio Mediterraneo Est per veicolare gas israeliano attraverso Cipro, mentre il suo collega turco, Taner Yildiz sostiene l'importazione del carburante di Israele in Turchia. Francia, Germania, Spagna e Portogallo potrebbero convergere sulla via greca, mentre USA e Gran Bretagna sostengono la soluzione turca

Grecia contro Turchia, l'UE forse divisa e gli USA che supportano la pacificazione tra i turchi ed Israele. Durante un incontro tra il Ministro dell'Ambiente, dell'Energia  e del Cambiamento Climatico Ioannis Maniatis e il suo collega israeliano, Silvan Shalom, la Grecia ha supportato la realizzazione del Corridoio Mediterraneo Est.

Questa infrastruttura è concepita per veicolare in Grecia attraverso Cipro gas da Israele, le cui riserve di oro blu, in base alle ultime scoperte di giacimenti nel Mediterraneo Orientale -Karish, Tamar e Leviathan- ammonta a più di 800 Miliardi di metri cubi.

Durante i colloqui, il Ministro Maniatis ha sottolineato l'importanza della realizzazione del Corridoio Mediterraneo Est per ampliare la portata del Gasdotto Trans Adriatico -TAP- infrastruttura che veicola gas dell'Azerbaijan dal confine tra Grecia e Turchia in Italia attraverso l'Albania, con diramazioni in Bulgaria, Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Croazia.

Oltre alla Grecia, interesse per il gas di Israele è stato espresso dal Ministro dell'Energia turco, Taner Yildiz, che, durante un incontro pubblico organizzato dall'Economist, ha dichiarato che la Turchia è intenzionata a veicolare sul proprio territorio l'oro blu israeliano.

Nello specifico, il Ministro Yildiz ha evidenziato come la realizzazione di un gasdotto per trasportare 8 Miliardi di metri cubi di gas israeliano nel territorio turco è utile per incrementare la portata del Gasdotto Trans Anatolico -TANAP: conduttura che veicola alla TAP in Grecia 10 Miliardi di metri cubi di gas azero all'anno dal confine con la Georgia attraverso tutta la Turchia.

I due progetti, che finiscono per alimentare la TAP, non sono in concorrenza per quanto riguarda lo scopo finale: il riformimento di gas israeliano in Europa, ma muovono interessi regionali differenti su cui influiscono interessi internazionali molto consistenti.

Il Corridoio Mediterraneo Est coinvolge Grecia e Cipro: due Paesi UE in preda ad una crisi che, come sostengono anche Italia, Spagna e Portogallo, vanno aiutati per valorizzare una parte dell'Europa debole ed arretrata.

Inoltre, il Corridoio Mediterraneo Est diminuisce il ruolo della Turchia come Paese fornitore di gas alternativo a quello della Russia -da cui l'UE dipende fortemente: una situazione che potrebbe far convergere sulla via greca Paesi tradizionalmente contrari all'ingresso dei turchi in Europa come Francia e Germania.

La via turca invece trova da tempo l'appoggio del Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, che molto si è speso affinché Turchia ed Israele ricucissero lo strappo politico dopo il caso della Freedom Flottilla nel 2010.

Gli USA sostengono la collaborazione tra le uniche due democrazie del Medio Oriente che non solo insidiate da rigurgiti estremisti e penetrazioni di stampo terrorista.

Inoltre, Obama  incoraggia l'incremento della posizione della Turchia come Paese di transito di fonti alternative di gas per l'UE, contemplando allo stesso tempo Israele come un'ulteriore fornitura alternativa per l'Europa all'Azerbaijan.

La posizione degli USA in Europa potrebbe essere sostenuta, seppur in maniera cauta, dalla Gran Bretagna, che nella Turchia vede un alleato tradizionale, e che può contare sulle ottime relazioni energetiche tra compagnie britanniche ed enti azeri che possiedono azioni nella TANAP.

Israele più orientata verso Cipro, ma non si esclude la terza via

A rendere decisiva la vittoria della via greca o di quella turca è la scelta del Governo israeliano che, ad oggi, ha destinato all'export il 40% delle proprie risorse di gas.

Secondo le dichiarazioni del Ministro Shalom, Israele è più orientata alla soluzione greca, ma non esclude la realizzazione di un rigassificatore ad Haifa per esportare il gas sotto forma liquefatta al terminale di Cipro.

Da qui, il gas israeliano sarebbe trasportato in Grecia tramite un gasdotto costruito ad hoc dal Governo israeliano e quello cipriota.

Matteo Cazzulani

Freelance Journalist

m.cazzulani@gazeta.pl

http://matteocazzulani.wordpress.com

http://matteocazzulaniinternational.wordpress.com

2013-11-02

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