Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 01.11

I vaccini: le bugie e le verità:intervista ad Alberto Mantovani

Intervista di Giuliana Nuvoli

| Scritto da Redazione
I vaccini: le bugie e le verità:intervista ad Alberto Mantovani

D. I vaccini sono da considerare indispensabili o sono un’opzione non necessaria?



R. I vaccini sono un presidio insostituibile durante tutto l’arco della vita. E’ uno dei motivi fondamentali per cui la nostra aspettativa di vita è passata da 40 a 80 anni: insieme ad altri elementi, i vaccini e l’acqua potabile sono due fra le cause prima di questo innalzamento dell’aspettativa di vita. Secondo una stima ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità vi sono 2.500.000 di vite salvate dai vaccini, ogni anno, nel decennio che stiamo vivendo: facendo i conti, sono 5 vite salvate ogni minuto. I bambini non muoiono più per malattie come la difterite, la poliomielite, la pertosse, non perché siano scomparse, ma perché ci vacciniamo; e tutte le volte che cade la sorveglianza vaccinale queste malattie ricompaiono.

D. Per quale motivo, a tuo avviso, c’è stata – in questi ultimi tempi – una manifesta ritrosia a vaccinare i bambini, sostenendo che i benefici erano inferiori ai rischi?



R. I motivi sono, in sintesi, cinque:



1. I vaccini sono vittime del loro successo. Ci siamo dimenticati delle malattie che hanno debellato, come la poliomielite: per sapere cosa fosse bisogna, adesso, leggere testi come Nemesi di Philip Roth e la descrizione degli ospedali americani pieni di vittime della poliomielite.



2. Le bugie. Circolano in rete quantità incontrollate di bugie, la più grande delle quali riguarda la connessione fra vaccini e autismo. Wakefield, espulso dall’ordine dei medici, è responsabile di un grave danno nei confronti dei bambini di tutto il mondo, perché per 15 anni scienziati e medici hanno dovuto impegnarsi per smentirlo, anziché dedicarsi a migliorare la salute.



3. Si è diffusa l’idea falsa che ammalarsi faccia bene al nostro organismo e, in particolare, al nostro sistema immunitario. Vedi il caso del virus del morbillo: una persona che contrae il morbillo ha una soppressione del sistema immunitario che può durare fino a due anni, col rischio alto di contrarre altre infezioni; come accade anche nel caso del virus influenzale che, quest’anno, causerà 7/8.000 morti, perché all’influenza si associeranno altre infezioni. Evitare di vaccinarsi è’ un po’ come se una squadra di calcio volesse affrontare il Real Madrid o il Manchester United senza aver provato prima gli schemi: il vaccino serve al nostro sistema immunitario a provare i nostri schemi. Ammalarsi non è un buon allenamento!



4. Spesso i familiari sono preoccupati di inoculare un insieme di sostanze nei bambini molto piccoli. Ma i vaccini sono niente rispetto a quello che il bambino ha dovuto incontrare nel momento in cui si è impegnato nel canale del parto; e ricordiamoci che il neonato convive tutti i giorni con un mondo microbico che è 100 volte più grande di tutte le sue cellule messe insieme.

D. E siamo giunti al quinto e ultimo punto…



… un punto, secondo me, di vitale importanza. Noi dobbiamo avere la percezione che, dal punto di vista del sistema immunitario e dei vaccini, non siamo degli individui isolati. C’è un meccanismo (“immunità della comunità”) in virtù del quale chi è vaccinato protegge chi non lo è. Chi viene protetto dai miei sei nipotini, il più piccolo dei quali ha 14 mesi? Ad esempio i bambini malati di cancro, con immunodeficienza, con malattie del sangue, col trapianto di organi, etc. Ho avuto notizia che, di recente, un piccolo, affetto da leucemia linfatica acuta, col 95% di probabilità di sopravvivere, è stato ucciso proprio dal morbillo.



Il modo in cui funziona il sistema immunitario, ha, intrinsecamente, una funzione di solidarietà sociale nei confronti dei più deboli. Prevenire è, inoltre, infinitamente meno costoso che curare: la stima ufficiale dell’OMS stabilisce che 1 dollaro investito in vaccino fa risparmiare almeno 10-20 dollari di terapie. Come Italia abbiamo avuto già un cartellino giallo dall’OMS: non possiamo più permetterci omissioni e ritardi.

 

(*)Alberto Mantovani, direttore Scientifico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e professore di Patologia Generale presso la Humanitas University: In passato ha lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti, ed è stato capo del Dipartimento di Immunologia dell’Istituto Mario Negri di Milano. Ha contributo al progresso delle conoscenze nel settore immunologico sia formulando nuovi paradigmi sia identificando nuove molecole e funzioni. È il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale. Per la sua attività di ricerca ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali; tra gli ultimi, il Premio Europeo di Oncologia 2016 e il prestigioso premio internazionale Robert Koch Award 2016, per l’impatto trasversale sulla medicina delle sue scoperte in ambito immunologico.

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