Claudio Beniywoll - Scrittore
PRESENTA
IL GIORNALISTA
Capitolo X
Non era un passaggio, ma un piccolo nascondiglio. Con il forte colpo dell’uomo, la trave si era scardinata: al suo interno un diario.
Quello era stato l’ufficio di suo padre, come tutta la casa del resto; pertanto solo lui poteva avercelo messo.
Chissà quali altri nascondigli potevano esserci, si domandò prima di sfogliare il diario nascosto.
Le pagine erano piene di descrizioni degli avvenimenti catastrofici: incidenti, rapine, morti; tutto normale per un giornalista, ma erano i dettagli, i calcoli, gli spostamenti e i ragionamenti segnati e cancellati che lo lasciavano stranito.
Poi capì. «Vecchia volpe» si complimentò a bassa voce tra sé.
Si dedicò alla lettura di quelle pagine.
«Amedeo, direttore...» richiamò all’attenzione il caporedattore, durante la riunione a una settimana dal ritrovamento.
«Che c’è?» rispose seccato. In quei giorni con la testa era altrove.
«Abbiamo allungato i testi degli articoli, fatto titoli più grandi, eliminato pagine dall’inserto...» lasciò la frase in sospeso.
Il direttore, inarcando le sopracciglia, lo invitò a continuare.
«Non è possibile andare avanti così...» sputò il rospo uno dei capiservizio.
«Lo decido io cos’è possibile. Fate cercare più a fondo, domandate alla gente...»
«Ma Amedeo...» lo interruppe il vicedirettore.
«I rom!» lo disse come se avesse avuto un’illuminazione. «Andate da loro, dalla gente, chiedete se si sentono minacciati. Lo saranno di sicuro... dategli contro la città e farete notizia...» continuò l’ultima frase più parlando tra sé, con un luccichio negli occhi.
Gli altri rimasero in silenzio non sapendo che dire.
«Date voce a insoddisfazioni taciute e mandate i reporter ad informarsi» suggerì, per travisarli dalle sue espressioni.
To be continued...
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