Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 20.43

IL GIORNALISTA - CAPITOLO XI

Claudio Beniywoll

| Scritto da Redazione
IL GIORNALISTA - CAPITOLO XI
IL GIORNALISTA
 
Capitolo XI
 
Era domenica e Amedeo se la teneva riservata per il riposo. Non aveva una famiglia con cui dover passare il tempo, ma la domenica era il giorno del Signore e lui non lavorava. Il giornale, invece, doveva andare avanti, il suo staff poteva riposare anche in settimana.
Il giorno prima si era comprato un diario, dove cominciò ad annotare alcune idee.
Preso dal nuovo progetto, si accorse giusto in tempo che erano ormai le cinque del pomeriggio; chiamò il numero personale del caposervizio con il quale aveva più a che fare.
«Alfredo, ci ho pensato su, prova a crearmi una pagina di gossip, metti anche un nome, uno fittizio e non aggiungerlo all’archivio. Che rimanga tra me e te, mi fido. Non vorrei che gli altri si facessero strane idee prima del tempo... No, no. Lasciamela pure sulla scrivani nel mio ufficio; la controllerò domani mattina».
Alle nove di sera, quando era sicuro che tutti se ne stessero per andare, si recò in redazione per prelevare la testata del giornale richiesta. “Attualità” l’aveva nominato.
Salutò il vice, fingendo che avesse dimenticato qualcosa.
Piegò il foglio e lo mise nella valigetta.
Salì su un autobus per raggiungere Piazza delle Rimembranze; non prese la macchina, per evitare di farsi riconoscere.
Dalla fermata si incamminò a piedi fino al Parco del Serio: luogo tipico di balneazione e accampamento per gli zingari.
Sentiva già, a pochi metri di distanza, il chiacchiericcio e la loro musica. Prima di avvicinarsi, osservò la situazione e tirò fuori dalla ventiquattrore un registratore; tenendolo in mano come a dimostrare che non era un’arma.
A disagio entrò nel bivacco, non ci volle molto che lo adocchiassero.
«Salve... ciao. Buonasera. Potrei parlare con un responsabile, un capo? Un interlocutore, qualcuno che vi rappresenti?»
Se non fosse per la musica, sembrava che la festa fosse finita. Tutti erano rimasti silenziosi e inermi ad osservarlo.
Non sapeva dire se il problema fosse l’incomprensione di quello che aveva detto o semplicemente si sentivano invasi.
 
To be continued...
 
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