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Il WWF Italia traccia il bilancio ambientale 2016

Per l'ambiente più ombre che luci Nel 2016 nel campo ambientale ci sono state buone notizie per la capacità delle istituzioni italiane di contribuire agli impegni internazionali per la definizione di obiettivi globali ambiziosi sul cambiamento climatico e per la definizione di piani d’azione efficaci in attuazione delle Direttive europee sulla Natura.

| Scritto da Redazione
Il WWF Italia traccia il bilancio ambientale 2016

 Purtroppo dentro i confini nazionali ci si attesta ancora su posizioni di retroguardia, come l’inutile referendum sulla durata delle concessioni delle piattaforme offshore per estrarre combustibili fossili (petrolio e gas) e con riforme che, di fatto (nello Stelvio) e delle norme vigenti (revisione della legge n. 394/1991), depotenziano la tutela della Natura indebolendo la governance delle aree protette e la loro vocazione alla tutela della biodiversità. Segnali poco incoraggianti di fronte alla cronicità dei crimini di natura che colpiscono in Italia ancora specie simbolo come lupi, orsi, uccelli rapaci e persino animali quasi scomparsi come gli ibis eremita. Sulla strategia nazionale di decarbonizzazione siamo ancora ai primi passi, mentre lo sviluppo delle energie rinnovabili continua ad essere una corsa ad ostacoli.

50 ANNI DI WWF ITALIA: LE CELEBRAZIONI

Il 2016 ha segnato per il WWF Italia un traguardo molto importante, quello dei 50 anni dalla sua fondazione in Italia. Per onorare il cinquantenario i vertici dell’Associazione hanno potuto interloquire con il Pontefice, papa Francesco, e con le tre più alte cariche dello Stato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Senato Pietro Grasso e la Presidente della Camera Laura Boldrini. L’apertura delle celebrazioni era stata il 12 febbraio 2016 nella Sala Capitolare del Senato, con il patrocinio e l’intervento del Presidente del Senato Pietro Grasso, e la partecipazione della presidente del WWF internazionale Yolanda Kakabadse e della presidente del WWF Italia Donatella Bianchi, in cui si sono affrontati in particolare i temi legati all’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.

Le celebrazioni si sono concluse ad ottobre con la presentazione presso  Montecitorio, con il patrocinio e la partecipazione del Presidente della Camera Laura Boldrini, del  rapporto biennale sullo stato di salute del Pianeta “Living Planet Report 2016”. E proprio questo documento riassume tutto il senso dell’urgenza che il WWF ha voluto rappresentare alle istituzioni ricordando come in meno di 5 anni (entro il 2020) il pianeta rischia di perdere il 67% della popolazione globale di specie vegetali e animali, mentre tra il 1970 e il 2012 le popolazioni globali di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili si sono ridotte del 58%.

CLIMA: ITALIA CORAGGIOSA ALL’ESTERO, IN RETROGUARDIA IN ITALIA

Valutazione positiva rispetto ai risultati della conferenza sui  cambiamenti climatici di Marrakech, (conclusasi il 19 novembre scorso) che ha dato gambe all’accordo di Parigi, chiedendo ai Governi nazionali e locali, agli investitori  e agli imprenditori privati di aprire la strada a impegni stringenti per accelerare la transizione verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile, anche attraverso l’abbassamento dei costi delle energie rinnovabili. Il WWF si augura che l’Italia si prodighi attivamente perché l’Unione Europea recuperi un ruolo propulsore sulle politiche climatiche e di decarbonizzazione.

Non si può dimenticare, ad esempio, il referendum abrogativo del 17 aprile 2016 sulla durata indefinita delle concessioni delle piattaforme per l’estrazione degli idrocarburi situate nell’area di interdizione delle 12 miglia marine, che l’associazione ha considerato un’inutile prova di forza.

BIODIVERSITA’: BUONE (E CATTIVE) NOTIZIE DAL MONDO, BENE EUROPA, SOFFERENZA IN ITALIA

Sul fronte internazionale la notizia più bella è arrivata a fine anno: nell’oceano Meridionale che circonda l’Antartide è stata creata la più grande area protetta marina di sempre: 1,57 milioni di km quadrati per proteggere mammiferi marini, pinguini, procellarie e gli ecosistemi più fragili e importanti del pianeta. L’accordo è stato trovato dall’Unione europea insieme ad altri 24 paesi. Buone notizie in chiusura di anno 2016 arrivano anche per la salvaguardia di una delle aree umide più importanti d’Europa e patrimonio UNESCO.

Buone notizie per alcune specie minacciate: per la prima volta in 100 anni, il numero delle tigri è in crescita (3.890, erano 200 nel 2010), mentre un accordo internazionale ha costituito una importante vittoria per fermare il commercio illegale di pangolini, braccati per le squame (vendute 600-1000 dollari al kg), mentre un nuovo regolamento in Usa fa segnare un bel passo in avanti per stroncare il commercio di avorio. Sono, infatti, centinaia di migliaia gli esemplari uccisi ogni anno, venduti come specialità gastronomiche o ridotti in preparati dalle indubbie qualità mediche.

Anno positivo anche per il simbolo del WWF (e delle specie minacciate) il panda gigante, declassato da una categoria di minaccia maggiore (endangered) ad una minore (vulnerabile) da parte dell’IUCN (Unione mondiale per la Conservazione della Natura). Nell’aggiornamento della Lista Rossa infatti, che ora include l’analisi di 82.954 specie viventi delle quali 23.928 risultano minacciate di estinzione, si sottolinea come la popolazione del panda ha registrato una crescita del 17% nella decade che si è chiusa nel 2014, quando un censimento promosso dal governo cinese ha stabilito la presenza di 1.864 panda giganti in natura nelle foreste della Cina.

In Europa: dopo due anni di mobilitazione su scala europea e nazionale in difesa della natura, il WWF, insieme alle altre associazioni ambientaliste attive a Bruxelles e dopo una consultazione che ha visto oltre 500mila cittadini europei (70mila dei quali italiani) sostenere le posizioni degli ambientalisti, ha incassato il 7 dicembre scorso la decisione finale della Commissione Europea che ha confermato la validità e richiesto la piena attuazione delle Direttive comunitarie Habitat e Uccelli e l’effettiva tutela della Rete Natura 2000. La rete di aree protette più estesa al mondo che su scala comunitaria tutela il 18% del territorio europeo e 1 milione di chilometri quadrati e in Italia il 19% del nostro Paese e il 4% delle nostre acque territoriali. Obiettivo tutt’altro che scontato, visto che all’inizio del suo mandato il presidente della CE Jean Claude Junker, si era ripromesso di depotenziare le due Direttive.

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