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Imprese & lavoro: istruzioni per l’uso

| Scritto da Redazione
Imprese & lavoro: istruzioni per l’uso

Stefano Di Niola, responsabile nazionale relazioni sindacali CNA: “Importante diminuire il costo del lavoro e cambiare le regole in modo che siano utili alle imprese”.
Cremona 30 marzo 2011 –  Si è svolto ieri martedì 29 marzo 2011 alle ore 17 a Crema presso la sala del palazzo della Provincia (via Matteotti 39) il convegno organizzato dalla CNA di Cremona dal titolo "Imprese&Lavoro. L’esternalizzazione del ciclo produttivo attraverso la stipulazione di contratti d’appalto e l’utilizzo di somministrazione di lavoro".

“Questa iniziativa della CNA di Cremona  - afferma il Presidente Massimiliano Montani durante i saluti iniziali - è tesa ad informare le imprese produttive circa la possibilità di esternalizzare intere fasi del proprio ciclo produttivo a soggetti terzi, attraverso la stesura di contratti d’appalto ai sensi dell’art. 1655 del codice civile, distinguendo questa operazione dalla somministrazione di lavoro operata da società (agenzie di lavoro interinale) appositamente autorizzate dal Ministero del Lavoro. Un convegno che vuole informare, ma anche formare le imprese che per competere sul mercato hanno bisogno di strumenti innovativi e flessibili alle esigenze produttive, ma nello stesso tempo rispettosi delle regole previste dal legislatore. Anche per questo appare significativa la presenza quest’oggi del dott. Vescovi della Direzione Provinciale del Lavoro, con la quale da sempre è attivo un dialogo collaborativo finalizzato a comprendere ed attuare concretamente e al meglio la normativa di settore e che potrà darci un quadro preciso di quel che sta avvenendo anche nel nostro territorio”.

La parola è passata quindi all’Avvocato Annachiara Bergami, che ha illustrato ai presenti l’argomento dal punto di vista legislativo. “La legge Biagi consente la somministrazione di lavoro, ma entro ambiti abbastanza circoscritti e con caratteristiche ben precise. E’ necessario che i consulenti informino gli imprenditori su quali sono le forme più adatte per ogni attività. E’ bene ricordare che il decentramento consente di detrarre i costi, che però non devono essere intesi come costi di manodopera, ma riferiti ai servizi applicati (servizi mensa, pulizia, gestione magazzino, ecc.). Per gestire i picchi di lavoro, l’imprenditore ha l’unico strumento della somministrazione, affittando forza lavoro, da un’agenzia interinale e non dall’imprenditore di turno”.

Prezioso l’intervento del dottor Giancarlo Vescovi, responsabile del Servizio Ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro. “In materia di appalti il legislatore è sempre intervenuto in modo efficace, la legge Biagi è abbastanza chiara, come è altrettanto chiaro che nel giro di 6/7 anni l’attività ispettiva è cambiata in modo radicale. La normativa del lavoro attuale punta all’efficacia sostanziale che porta a combattere il lavoro nero. Questo per due motivi essenziali: perché vengono negati i diritti al lavoratore e perché ci deve essere il rispetto delle regole così da evitare la concorrenza sleale. Bisogna cercare di mettere tutti sullo stesso piano e il rispetto delle regole è un aspetto fondamentale, tant’è che la normativa gius-lavorista è ormai attratta in quest’alveo evitando il dunping sociale, ossia il lucrare sulla forza lavoro. Il distacco è un aspetto molto importante per la distribuzione del lavoro, ma in realtà questo aspetto nasconde soprattutto nel caso di appalti pubblici, il tentativo di evitare l’antimafia con il sistema del sub-appalto. Un altro escamotage usato molto frequentemente di recente consiste nel “nolo a caldo”, ossia l’affitto di macchinari con anche il lavoratore che usa la macchina, ma questo è un vero e proprio appalto sotto la veste del contratto d’affitto. Questi fatti hanno una spia nell’illecito che non è fine a se stessa perché va a nascondere cose più grandi, reati di natura delittuosa che vanno a sconfiggere la normativa antimafia.
E’ bene specificare che per truffe a danni dell’Inps ad esempio, l’ispettore del lavoro accerta il fatto che lo notifica al pubblico ministero che poi farà le indagini. Per quanto riguarda gli appalti questo non avviene. Quando l’ispettore ha accertato che esiste un fatto di questa natura fornisce informazioni al PM che però non può lavorarle. Spetta infatti all’ispettore fare le indagine e fornire poi il risultato finale dell’indagine.”

Dopo diversi interventi dal pubblico con richieste di chiarimento su fatti o aspetti che interessano principalmente i lavoratori terzisti, le conclusioni finali sono state lasciate al dott. Stefano Di Niola, Responsabile Relazioni Sindacali della CNA nazionale. “La considerazione prima considerazione generale che mi viene da fare è che c’è diversità fra contratto d’appalto e somministrazione ma, il vero problema è il costo del lavoro che ci permette di produrre un prodotto competitivo in termini di costo. L’Italia è la 2° potenza manifatturiera europea. Le nostre imprese non sono fatte di banditi, sono fatte da imprenditori ma quando esiste un problema penale, l’azione è obbligatoria. Le imprese hanno dei metodi per capire se quello che stanno facendo va bene o male: il primo è certificare l’appalto, anche se poi quello che succede in azienda nessuno lo può certificare. Il secondo metodo è sfruttare i validi esperti che sono presenti in Associazione, che possono consigliare le imprese su come fare per rimanere nella legalità rimanendo imprese artigiane.
Ritengo inoltre doveroso che le visite ispettive siano coordinate da un ispettore del luogo, perché questo conosce la realtà, ma con questo non significa che gli ispettori devono essere più morbidi o mettere meno attenzione. Significa considerare il quadro generale in cui l’azienda opera. Certamente è importante che si possa avere riscontro della visita ispettiva il giorno dopo che questa accade.
La CNA da tanto tempo chiede di poter intervenire sul tema del costo del lavoro, riducendolo perché se guardiamo all’Europa nazioni come la Francia, i valori sono ben diversi. Abbiamo un mercato del lavoro estremamente flessibile, ma fintanto che ci sono queste normative le imprese sono obbligate ad attenersi. L’obiettivo della CNA è quello di cambiare le norme affinchè queste siano veramente utili alle imprese”. 

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