Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 08.59

IRAN E SIRIA SUGGELLANO L'ALLEANZA POLITICA CON UN GASDOTTO

| Scritto da Redazione
IRAN E SIRIA SUGGELLANO L'ALLEANZA POLITICA CON UN GASDOTTO

Teheran da il via ad un investimento di 10 Miliardi di Dollari per un progetto di 1200 chilometri finalizzato al rifornimento di gas iraniano in territorio siriano attraverso l'Irak. La geopolitica alla base della conduttura.

 

Un gasdotto per evitare un totale isolamento internazionale. Nella giornata di lunedì, 19 Novembre, l'Iran ha dichiarato l'avvio della costruzione della prima tranche di 225 chilometri di un gasdotto concepito per rifornire di gas naturale la Siria attraverso l'Irak.

 

Come riportato dall'agenzia AP, l'infrastruttura, lunga complessivamente 1200 chilometri, è già stata concepita in Luglio, ma i risvolti geopolitici hanno portato le parti ad accelerare la costruzione del gasdotto per evitare ad Iran e Siria l'isolamento da parte della comunità internazionale.

 

L'Iran, secondo Paese al Mondo dopo la Russia per giacimenti di gas naturale posseduti, da tempo subisce ripercussioni commerciali dall'Occidente per via dello sviluppo del nucleare per scopi bellici.

 

La Siria, in preda ad una guerra civile, è governata dal regime di Bashar Al Assad, autore di una repressione del dissenso, e per questo contestato dagli Stati Occidentali - USA, Canada ed UE.

 

A dare risalto alla ratio politica del gasdotto è stato l'esponente governativo iraniano Ardeshir Rostami, che all'agenzia Fars ha sottolineato come l'investimento di 10 Miliardi di Dollari per la costruzione dell'infrastruttura sia giustificato per Teheran dal punto di vista geopolitico.

 

Oltre a rafforzare la posizione dell'Iran in Medio Oriente, e a garantire al regime siriano un consistente alleato, la costruzione del gasdotto dall'Iran alla Siria è l'ennesima infrastruttura energetica concepita per scopi meramente politici.

 

Il Gasdotto Ortodosso sancisce il tramonto dell'UE nel settore del gas

 

Altro esempio di ciò è il Southstream: gasdotto progettato dalla Russia per incrementare i rifornimenti all'Europa - che già dipende dal gas russo per il 40% del fabbisogno continentale - di 63 miliardi di metri cubi di gas all'anno di oro blu proveniente dalla Federazione Russa.

 

Dalle coste meridionali russe, il Southstream arriverà in Austria attraverso il fondale del Mar Nero, la Bulgaria, la Serbia, l'Ungheria, la Slovenia e l'Italia.

 

Oltre che per aumentare la dipendenza energetica del Vecchio Continente dalla Russia, il Southstream è concepito da Mosca per impedire alla Commissione Europea la realizzazione del piano di diversificazione delle forniture di gas concepito da Bruxelles per importare direttamente oro blu dall'Azerbaijan.

 

Nonostante il Southstream sia stato contestato dalla Commissione Europea per mettere a serio repentaglio la sicurezza nazionale dei Paesi UE, Germania, Francia, Belgio e Olanda hanno dato il loro appoggio all'infrastruttura, anteponendo l'interesse nazionale alla creazione di una comune politica energetica europea.

 

Noto anche come Gasdotto Ortodosso, il Southstream è compartecipato dal monopolista statale russo del gas Gazprom - posseduto dal Cremlino - dal colosso italiano ENI, dalla compagnia tedesca Wintershall e dalla francese EDF.

 

Matteo Cazzulani

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