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L'uomo che salvò la Sacra Sindone: intervista a Natale Inzaghi

Storico Comandante dei Vigili del Fuoco che nel 1997 diresse le operazioni di salvataggio della Sacra Sindone nell'incendio del Duomo di Torino

| Scritto da Redazione
L'uomo che salvò la Sacra Sindone: intervista a Natale Inzaghi

In occasione dell'Ostensione della Sacra Sindone l'8 dicembre a Torino, in esclusiva per la rubrica "Artisti sulle vie del Giubileo", intervistiamo l'Ing. Natale Inzaghi, storico Comandante dei Vigili del Fuoco che nel 1997 diresse le operazioni di salvataggio della Sacra Sindone nell'incendio del Duomo di Torino.

Ingegnere Natale Inzaghi, può raccontarci cosa è successo quella tragica notte dell'11 aprile 1997 a Torino ?

All'epoca dei fatti ero Il Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco del Piemonte e della Valle d'Aosta e pertanto responsabile della direzione e coordinamento degli interventi di soccorso di livello interprovinciale o di particolare rilevanza.

In quella serata si era tenuta nei locali di Palazzo Reale adiacente al Duomo di Torino una cena alla quale aveva partecipato il Segretario dell'Onu Kofi Annan unitamente a numerose autorità politiche ed amministrative. La Cena finì intorno alle 23.

In occasione dei lavori di ristrutturazione della cupola del Duomo del Guarini del Seicento, il contenitore dove era conservata la Sacra Sindone venne spostato dalla sua abituale collocazione, proprio sotto la cupola, ad una posizione distante circa 6 metri, in corrispondenza dell’abside della basilica  Tale spostamento si era reso necessario per poter innalzare il ponteggio in tubi innocenti all’interno della cupola e realizzare i vari ripiani in legno necessari per effettuare i lavori di pulizia degli elementi in marmo costituenti l’intradosso della cupola. Il legno di questi ripiani si rivelerà, tragicamente, come il “carico di incendio” a causa del quale l’evento iniziale (innesco dell’incendio) ha potuto evolvere rapidamente in “incendio catastrofico”.

Il personale di sorveglianza di Palazzo Reale verso le 23.30 sentì il segnale di allarme incendio proveniente dai rivelatori di fumo installati nel sottotetto di un torrione che affaccia su Piazza Castello. Ad un primo sopralluogo il sorvegliante non vide nulla di sospetto e pensò che si trattasse di un falso allarme, ma l’impianto antincendio, dopo le procedure di riattivazione, continuava a segnalare situazione anomala in atto... Venne pertanto effettuato un ulteriore sopralluogo alla sommità del torrione e, dalle finestre, poterono vedere che un incendio stava interessando la vicina cupola della basilica. Da quel momento scattò la macchina dei soccorsi. Il Comando dei Vigili del Fuoco di Torino, rendendosi immediatamente conto della gravità dell'incendio, inviò immediatamente tutte le squadre di soccorso disponibili nella Sede Centrale di Corso Regina Margherita, nei distaccamenti cittadini di Lingotto, Grugliasco e Stura. Furono attivati i distaccamenti volontari dell’hinterland torinese. In una quindicina di minuti erano sul posto oltre 50 Vigili del Fuoco con una decina di automezzi. Da quel momento assumevo la direzione dell’intervento di soccorso richiedendo anche rinforzi dagli altri Comandi del Piemonte e da Milano per l’invio di un’autoscala da 50 metri.

L’incendio, in rapidissima evoluzione, risultava difficilissimo da affrontare in quanto presentava più fronti di propagazione: all’interno della cupola e della basilica con minaccia della Sindone, all’esterno della cupola, sulle impalcature in legno con propagazione al tetto di Palazzo Reale, nella zona retrostante la cupola con propagazione alla galleria di Palazzo Reale adibita a deposito di centinaia di quadri di eccezionale valore.

A questo punto appare opportuno fare una premessa: la cupola era stata realizzata dall'Architetto Guarini, su preciso incarico dei Savoia, per custodire la Sacra Sindone, con la condizione di realizzare una struttura sicura dal punto di vista antincendio. La Sacra Sindone, infatti, aveva corso il rischio di andare perduta (rimase parzialmente danneggiata) nell’incendio del castello di Chambery nel 1532.

A seguito di quell’evento i Savoia ebbero estrema attenzione per la cura e la conservazione dell'importante reliquia. Il Guarini realizzò pertanto, in maniera innovativa per l'epoca, una struttura che ora definiremmo “di classe zero di reazione al fuoco” cioè una struttura incombustibile. Non venne infatti utilizzata alcuna carpenteria in legno realizzando la struttura portante con elementi rampanti in muratura e strutture formanti la cupola con elementi in particolare marmo di cave piemontesi. Il “carico di incendio”, evitato dal Guarini, venne purtroppo introdotto nella cupola realizzando in legno i ripiani  per poter effettuare i lavori di manutenzione e pulizia.

Al momento dell'incendio, come detto in precedenza, la Sacra Sindone, pur essendo leggermente decentrata rispetto alla cupola, rimaneva comunque gravemente minacciata sia dal calore di irraggiamento provocato dalla combustione del legname che precipitava dalla cupola all’interno della chiesa, ma soprattutto dal rischio di crollo della cupola le cui strutture portanti erano gravemente sollecitate dall’intenso calore per il quale non erano state progettate. Il rischio di crollo era quindi estremamente probabile.

Valutati i rischi suddetti, si decise di assumere come primaria la necessità di portare in salvo la Sindone sino a quel momento protetta dal calore con getti d’acqua. Non funzionando il meccanismo di apertura della cassa protettiva esterna in metacrilato, si rese necessario demolirla con una mazza per poter prelevare la teca contenente la reliquia e portarla al sicuro all’esterno della basilica.

In quel momento l’incendio all’interno della chiesa era a circa cinque/sei metri dalla Sindone il cui contenitore era riscaldato dal calore di irraggiamento mentre tutt’intorno precipitava il materiale contenuto nella cupola compresi importanti parti di materiale strutturale che cominciava a disgregarsi a causa del calore. All'una circa, grazie all'impegno e al lavoro coordinato delle squadre operanti, la teca con la Sindone potè essere estratta dalla cassa di protezione e portata al sicuro fuori dal Duomo, accolta dai numerosi torinesi accorsi, dal Sindaco Valentino Castellani, dall'Arcivescovo Giovanni Saldarini con un lungo applauso. Una macchina della Polizia, dopo essersi fatta strada a fatica tra la folla, trasportò la reliquia in Arcivescovado.

L’opera di spegnimento del grave incendio proseguì con eccezionale impegno consentendo di salvare Palazzo Reale e parte della Galleria della Pinacoteca.

Quella notte si prodigarono circa duecento Vigili del Fuoco che operarono con grande sacrificio, competenza e dedizione. Ad essi, ancora una volta, esprimo il più vivo elogio unitamente a stima e ringraziamento.

Se l'incendio non fosse stato affrontato decisamente e con elevata professionalità, i danni sarebbero stati drammaticamente maggiori con una perdita inestimabile per la Cristianità, per Torino, per l’Italia e per il mondo intero.

In occasione dell'apertura del Giubileo, l'8 dicembre ci sarà a Torino l'Ostensione della Sacra Sindone, quali sono le emozioni che prova? Vuole lanciare un messaggio?

La Sacra Sindone è un simbolo di fede e quello di cui oggi si ha bisogno è proprio la fede. Si tende a vivere alla giornata, senza ideali e quindi “senza religione” in ossequio al più gretto materialismo: si perde l'esigenza di divino, che è esigenza di giustizia, di pace e di fraternità fra gli uomini. Riunirsi intorno alla Sindone è riunirsi nel nome di Cristo che della fratellanza fra gli uomini è il simbolo. Riunirsi oggi davanti all’immagine di un uomo riconosciuto da tutti esempio di bontà, fratellanza fra gli uomini ma soprattutto di estremo sacrificio in favore dell’umanità, equivale a cercare qualcosa che oggi è venuto meno. La Sindone non è emblema di una ideologia, non è utilizzata per fare proseliti. E' un simbolo di pace in quanto rappresentativa dell’Uomo della Pace..

Viviamo un momento storico difficilmente comprensibile, forse qualcuno ne conosce la chiave di lettura, ma l'uomo comune non comprende le molteplici forme di “follia politica, amministrativa, relazionale fra individui e tra popoli” che contraddistinguono la nostra epoca. Temo siano operanti volontà totalmente opposte a quelle testimoniate da Cristo nella sua vita.

Vi sentite degli eroi per quello che avete fatto?

No! I Vigili del fuoco sono coloro che, per compiere il loro dovere e la loro missione, vanno là da dove gli altri fuggono. Noi siamo solamente salvatori e soccorritori dei “fratelli in pericolo” come recita la Preghiera del Vigile del Fuoco:

“Nell’ora dell’azione,

sorreggi il nostro spirito,

fa sicuro il nostro occhio,

fermo il nostro piede

affinchè sia valido il soccorso

che in tuo nome portiamo ai fratelli in pericolo”.

Fonte: Christian Flammia

 

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