La sfida di Berlusconi: se in Cassazione mi condannano resterò al mio posto
(Il Messaggero del 25 luglio 2013)
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Il suo posto sarebbe lo scranno al senato, in attesa di più alti incarichi.
Il commento più corretto, ma che non viene, opportunamente, evidenziato è che il cavaliere sa bene di potersi prendere gioco della magistratura, con la forza del ricatto e le minacce della ingovernabilità.
La domanda da porsi è la seguente:
"E' meglio governare con un condannato per reati infamanti, oppure è meglio assumersi la responsabilità di rinnovare l'esecutivo scegliendo persone non ricattabili ?"
E' questo il tema centrale: trovare persone non ricattabili dal cavaliere, che possiede dossiers d'accusa di tutti, amici, nemici, avversari, alleati e la sua stampa pronta a suonare le trombe delle accuse.
A Berlusconi non interessa risultare moralmente innocente; a lui interessa risultare intoccabile, al di sopra delle leggi, al di fuori dalle sentenze.
La magistratura lo condanna, ma dovrà essere il senato a votare la conferma della sentenza. Se il PD dovesse votare per l'espulsione dal senato, allora sarà accusato di avere fatto cadere il governo e fatto precipitare la nazione nel caos.
Per chiarire il suo ricatto manda avanti la pasionaria Daniela Santanchè, che sarà seguita dalla Biancofiore, dalla Carfagna, dalla Rossi, dalla Gelimini e da tutte le "dame" che sono diventate interpreti delle istituzioni grazie ai buoni uffici del cavaliere: ora è il momento di dimostrare la loro gratitudine; quindi sarà il momento della gratitudine dei vari Al Fano, Bondi, Schifani, e degli altri urlatori a comando.
Rosario Amico Roxas