Sabato, 20 aprile 2024 - ore 11.18

La malapianta del fascismo non è mai morta del tutto nel nostro Paese di Mariella Laudadio (Cremona)

Gentile sig. Direttore, trovo, e non da oggi, preoccupanti le manifestazioni razziste e xenofobe che ogni giorno diventano più frequenti.

| Scritto da Redazione
La malapianta del fascismo non è mai morta del tutto nel nostro Paese di Mariella Laudadio (Cremona)

La malapianta del fascismo non è mai morta del tutto nel nostro Paese di Mariella Laudadio (Cremona)

Gentile sig. Direttore, trovo, e non da oggi, preoccupanti le manifestazioni razziste e xenofobe che ogni giorno diventano più frequenti.

E, per me, parlare di razzismo e xenofobia vuol dire parlare di fascismo. Inutile nascondersi che, nonostante il dramma vissuto con la guerra dissennata e nonostante la Costituzione antifascista,  la malapianta del fascismo non è mai morta del tutto nel nostro Paese. E sì che proprio noi italiani avremmo dovuto esserne vaccinati. Ma si sa: paura ed ignoranza allignano anche nel più acculturato dei popoli.

Quello che mi stupisce degli ultimi episodi (perché non c’è solo quello di Como, ma anche Crema ieri ha visto all’opera un manipolo di individui con striscioni deliranti apposti sulle cancellate di alcune scuole) è la reazione di chi sostiene che, visto che non ci sono stati atti violenti, non c’è da preoccuparsi.

Non sono affatto d’accordo: perché la violenza non si esplica solo con aggressioni fisiche, ma anche con la diffusione di concetti che emarginano interi gruppi di persone ritenendole inferiori ad altri; e l’emarginazione è stata, in un passato non lontano, solo il primo passo verso la persecuzione.

E poi questa modalità apparentemente non-violenta è più pericolosa della violenza che abbiamo visto negli anni 60-70. Perché, mentre allora la violenza delle armi fu respinta con fermezza dagli italiani, con questo sistema le tesi razziste possono trovare accoglienza molto più facilmente nelle menti indebolite dalla paura del diverso e dal bisogno economico che, oggi più che ieri, affligge tanti cittadini.

Quindi questi episodi, queste tesi e questi concetti, vanno perseguiti e fermati secondo la legge, che pure esiste ed aspetta solo di essere applicata.

Altro aspetto è l’enorme lavoro culturale che le scuole, i media e la classe dirigente del nostro Paese dovrebbero fare con maggiore incisività; ma qui il discorso diventerebbe troppo lungo e complesso.

Per finire, prima che qualcuno rivendichi la famosa “libertà di pensiero”, aggiungo che quella libertà non può essere usata per negare diritti sacrosanti sanciti dalla Costituzione ( Art. 2: la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo), poiché l’ Art. 54 recita: tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione.

Distinti saluti

Mariella Laudadio ( Cremona)

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