Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 11.50

La strategia del terrore. RAR

Riflessioni

| Scritto da Redazione
La strategia del terrore. RAR

Come ho già scritto in un precedente commento, la strategia del terrorismo non coinvolge un nemico da abbattere, ma una popolazione da atterrire; così è stato. A Parigi domina la paura, mista ad un senso di impotenza come se una resa senza condizioni avesse imposto un fatalismo ancestrale.

·che, adesso, cercano di evitare i luoghi popolosi, come supermercati, locali di intrattenimento, banche, e altri luoghi di aggregazione.

·che disertano le Chiese.

·che si sentono nel mirino, tant’è che nel solo 2014 ben 7.000 ebrei, nella sola Parigi,  sono riparati in Israele ad ingrossare le fila del sionismo; anche loro hanno deciso di rinunziare alla preghiera comune rituale.

·della banlieue, guardati con odio, come se fossero corresponsabili del terrorismo, oppure additati come se tra di loro si nascondessero potenziali terroristi pronti anche al sacrificio pur di colpire e atterrire.

·e proprio perché atei e agnostici.

Il panico sfugge alle regole della logica, quando assale contagia e coinvolge, rendendo irrazionale ogni comportamento. Pochi uomini, decisi a morire, hanno avuto il potere di atterrire una città, una nazione, l’intera Europa, coinvolgendo anche l’intero pianeta, perché potrebbe diventare, in ogni momento, platea di una ripetitiva aggressione incontrollabile. I servizi dei media, oltre a mostrarci la diffusione del panico e l’orrore della strage, ci hanno mostrato scene di addestramento degli aspiranti terroristi; è stato impressionante vedere tanti giovani armati di moderni strumenti di morte e ci viene spontanea la domanda.

Testate giornalistiche  di ogni parte del mondo hanno sottolineato uno “stato di guerra”, ma non è così. Le guerre si fanno in due ed hanno una specificità nella loro funzione, potendo essere Tertium non datur.

Ma l’Occidente ne ha inventato una terza, terribile. Diventa una aggressione mascherata, perché utilizza gli stessi metodi che, reattivamente, saranno utilizzati da chi ha subito, subito identificati come terroristi per giustificare l’incremento aggressivo.

Ora che la paura ha coinvolto città, nazioni e continenti, ci si chiede “come” contrastare tali pericoli che, ormai, sono ovunque incombenti. Ma nulla cambia; mentre milioni di ettari di terreni fertili vengono abbandonati e la fame aggredisce miliardi di persone, l’opulenti Occidente continua a costruire carri armati al posto di trattori, lanciamissili al posto di mietitrebbiatrici, mine anti-uomo al posto di diserbanti ecologici.

Si uccide per il petrolio, scatenando reazioni terroristiche; si uccide per l’occupazione abusiva di territori da sottrarre ai legittimi abitanti; se ne uccidono mille per condizionarne 100.000. L’uccisione pianificata segue logiche perverse: i Talebani vennero armati in funzione anti-sovietica, poi si rivoltarono contro accendendo una guerra, servendosi delle medesime armi ricevute prima.

L’Iraq venne armato in funzione anti Iran, cosa che provocò una guerra tribale, dove la presenza del petrolio fornì l’occasione di intervento, mascherato dalla menzogna sostenuta di volere eliminare armi di distruzione di massa, di cui non si trovò traccia, ma vennero annientati eserciti in fuga, aviazione inesistente, flotta che non avrebbe potuto essere utilizzata neanche per la pesca d’altura; vennero bombardate moschee nel giorno sacro della preghiera, mercati rionali, autobus carichi di studenti, banchetti di nozze, tutto definito come “effetti collaterali”. Il panorama che ci viene offerta è quello di un pianeta impazzito, dove un manipolo di finanzieri specula sulla vita stessa del pianeta.

Rosario Amico Roxas

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