Più di un giornalista sogna di creare una mito così potente da durare nel tempo e da plasmare la percezione che la gente ha di un’istituzione. Poche storie sull’Unione europea hanno una longevità paragonabile a quella della “norma sulle banane curve”, apparsa per la prima volta nel Regno Unito in una articolo del Sun del settembre 1994.
Secondo il resoconto della giornalista Lucinda Evans, “i burocrati di Bruxelles” hanno creato una legge inutile che avrebbe “messo fuori legge le banane curve”. “Le norme insensate sono state elaborate da annoiati capi ripartizione dell’Unione europea, che hanno speso migliaia di euro per uno studio durato un anno”, dice l’articolo. Il titolo del Sun urla: “Ora sono davvero andati fuori di testa” [“gone bananas”]. I tabloid Daily Mirror, Daily Mail e Daily Express hanno seguito a ruota e pubblicato diversi articoli sulle banane curve.
Sebbene la vicenda della norma senza senso partorita da burocrati fuori controllo sia stata quasi immediatamente oggetto di verifica e di contestualizzazione da parte di altri giornalisti, l’effetto che ha suscitato permane ancora oggi nei tabloid ed è un argomento sempreverde dell’estrema destra eurofoba.
L’attuale premier britannico Boris Johnson ha più volte evocato le “folli” regole dell’Ue sulla forma delle banane per giustificare il suo voto a favore della Brexit nel referendum del 2016. La “banana curva” è diventata una leggenda urbana sulla burocrazia onnipotente nella “folle Bruxelles”. Ha fissato lo standard per storie simili, molte delle quali erano destinate a suscitare l’indignazione a proposito di un’Unione europea presuntamente scollegata dalla realtà. La narrazione sulle dissennate regole europee sulle banane curve, sui cetrioli storti e su altre eccentricità normative ha avuto un ruolo cruciale nel determinare l’uscita del Regno Unito dall’Ue.
Eppure, se si va al di là dell’aspetto aneddotico della vicenda della banana curva e si dà un’occhiata più approfondita a ciò che è successo negli uffici della Commissione europea nel 1994, emerge una storia diversa e più complessa. La vera vicenda che sta dietro alla norma sulle banane del 1994 sta si trova negli archivi della Commissione. Era nascosta in una pila di 41 documenti, per lo più fax e lettere scritte a macchina in francese. Abbiamo ritrovato di recente quei documenti che dormivano da oltre vent’anni, in seguito a un Foia presentato alla Commissione stessa. Forniscono una rara visione dall’interno del processo legislativo europeo e delle persone che vi prendono parte.
In realtà, l’Unione Europea una legge sulle banane ce l’ha: il regolamento 2257/94 stabilisce che le banane devono soddisfare standard minimi di qualità, come l’assenza di malformazioni o di curvature anomale dei frutti. Il regolamento non vieta del tutto le banane curve. Piuttosto, ne limita la vendita a determinate categorie commerciali. Secondo la norma, le banane della categoria “extra” non devono avere difetti, ma le banane della classe 1 possono avere “lievi difetti di forma” e le banane della classe 2 possono avere “difetti di forma” aggiuntivi. Ciò include, presumibilmente, difetti come una “curvatura anomala”.
Come ha sottolineato un articolo dell’Independent uscito pochi giorni dopo la storia del Sun, queste regole non erano né arbitrarie né ingiustificate, in quanto puntavano a che le imprese importatrici “ottenessero un buon rapporto qualità-prezzo”, evitando che i sussidi agricoli dell’Ue venissero sprecati per prodotti di cattiva qualità. Ma a quel punto la narrazione del tabloid sulla burocrazia elefantiaca e “l’annoiato capo ripartizione dell’Ue” era impostata. “La più sciocca delle regole dell’Ue è finalmente diventata un legge britannica”, ha riferito l’Express successivamente.
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