Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 02.04

LE BOMBE SULLA MARATONA DI BOSTON.

| Scritto da Redazione
LE BOMBE SULLA MARATONA DI BOSTON.

"COLPITO LO SPORT COME SIMBOLO". MA LO SPORT SOCIALE E PER TUTTI NON PUO' FARSI INTIMIDIRE. Interventi di V. Manco e F. Fossati
L’Uisp esprime sdegno per l’attentato alla Maratona di Boston che ha sconvolto la comunità sportiva internazionale causando tre morti e oltre cento feriti, mentre prosegue la caccia ai due uomini identificati come gli autori dell'attacco: uno di loro è stato ucciso durante uno scontro a fuoco con la polizia, l'altro al momento è ancora in fuga. Lo sport sociale e per tutti in questo momento si sente idealmente vicino alle famiglie delle vittime e a tutti i partecipanti alla manifestazione.
“L’attentato alla Maratona di Boston è esecrabile come tutte quelle azioni che causano vittime innocenti, tra le quali anche un bambino – dice Vincenzo Manco, neoeletto presidente nazionale Uisp - Inoltre, come già accaduto altre volte nella storia, e penso alle Olimpiadi di Monaco ’72 ma anche alla bomba di Atlanta ‘96, viene colpito un simbolo. Un attentato di questo tipo all’interno di una maratona ha una forte carica simbolica: la presenza stessa di atleti provenienti da tutto il mondo è un messaggio di convivenza pacifica tra popoli e tra etnie diverse. Credo che la comunità sportiva, in quanto realtà che costruisce ponti e che riesce implicitamente a promuovere il rispetto dei valori universali dei diritti umani, oggi debba sentirsi particolarmente colpita”.
"E' un attentato cattivo, perchè colpisce non solo lo sport, ma il lato più bello dello sport: la socialità, la festa - dichiara Filippo Fossati, presidente Isca Europe - Non sappiamo ancora se è un caso, ma ha colpito all’arrivo non dei primi, ma degli ultimi, quelli che sono lì per divertirsi, le famiglie: si colpisce lo sport che unisce, l’attività di tutti. Gli Stati Uniti d'America sono uno dei luoghi del mondo dove c’è una più netta separazione tra lo sport di alto livello, che è business e spettacolo, e quello dei college, che è fatto di volontariato e socialità, in un paese che è su questo abbastanza avaro. È stato lanciato quindi un messaggio chiaro e il terrore, di qualsiasi matrice sia, sa che ha colpito nel posto giusto, della massima socialità e serenità".
"Proprio perchè lo sport sa essere comunità - continua Fossati - non si fa neanche intimidire. Siamo ancora più convinti del valore delle nostre proposte e non ci stancheremo di proporre momenti per far stare insieme le persone. Il mondo sportivo, anzi, da questi episodi sviluppa una sua rinnovata voglia di reazione, proprio perchè sa di essere un grande fatto collettivo di pace, sa che più cose fa più viene contrastata la cultura del terrore. Come parlamentare chiederò al Coni che nei prossimi giorni dia un segno di lutto e di partecipazione alle vittime di Boston".
Mauro Rozzi, presidente Uisp Emilia Romagna, ha commentato: "Il nostro primo pensiero va alle vittime, tra le quali un bambino di 8 anni; il secondo ai tanti feriti, anche in modo molto grave, colpiti vigliaccamente durante un momento di svago, divertimento e sport".
Anche Alberto Cei, psicologo dello sport, ha affrontato mel suo blog sull'Huffingtonpost.it il tema delle ripercussioni che questo evento potrebbe avere sugli amatori. "Domenica si corre la maratona di Londra e non è facile andarci sereni, preoccupati solo della propria prestazione e non di altro. E' una città che è già stata colpita da attacchi terroristici, immagino l'inasprimento delle norme di sicurezza, non sarà facile correre sereni ma neanche godersi la gara da spettatore. ...Domenica bisognerà ricordarsi che si corre per una ragione in più, per dimostrare a se stessi e al mondo che i sogni non si possono spezzare, che la corsa è veramente per e di tutti".

 

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